Sorelle e fratelli carissimi,
1. Il mese di maggio è alle porte. Nonostante la pandemia globale e le preoccupazioni legate ai contagi, ai posti-letto, al numero elevato di morti, alla pandemia sociale e del lavoro…, le prime fioriture di un aprile climaticamente uggioso, con i dolci profumi di mandorli, peschi e aranci in fiore, ci ricordano l’arrivo di maggio. Maggio, il mese della fioritura totale, che sembra ricordare all’anima la fioritura dei fioretti di virtù e di vita delle antiche devozioni mariane infantili… Vengono alla mente i versi di Pascoli:«A maggio non basta un fiore./ Ho visto una primula: è poco./ Vuoi nel prato le prataiole:/ è poco: vuole nel bosco il croco./ È poco: vuole le viole; le bocche/ di leone vuole e le stelline dell’odore.// Non basta il melo, il pesco, il pero./ Se manca uno, non c’è nessuno./ È quando è in fiore il muro nero/ è quando è in fiore lo stagno bruno,/ è quando fa le rose il pruno,/ è maggio quando tutto è in fiore» (da Tutte le poesie, Roma, Newton Compton 2009). Il maggio del 2021 è caratterizzato, dal punto vista ecclesiale, da due eventi, che dovremo riprendere e approfondire nelle nostre comunità parrocchiali, nelle associazioni e nei movimenti, nelle comunità di vita consacrata. Il primo, siamo nel maggio dell’anno speciale dedicato a san Giuseppe, lo sposo di Maria di Nazaret e padre putativo – padre nel cuore – di Gesù. Il secondo, siamo nel maggio della maratona di preghiera mariana (il Rosario!) che ogni giorno per trenta giorni si leverà dai grandi e rinomati Santuari di tutto il mondo per elevare una preghiera d’impetrazione per la liberazione dell’umanità dalla pandemia. Trenta Santuari rappresentativi, sparsi in tutto il mondo, guideranno dunque la preghiera mariana universale, che verrà trasmessa in diretta sui canali ufficiali della Santa Sede alle ore 18:00 (ora di Roma) ogni giorno. Papa Francesco aprirà questa grande preghiera il 1° maggio e la concluderà il 31 maggio.
2. La potenza dell’Altissimo copre della sua ombra ogni orante. Nel raccomandare di supportare e far conoscere l’iniziativa della Santa Sede, chiedo ai Rettori di tutti i Santuari mariani diocesani di far ricadere a livello locale l’esigenza della fervente preghiera mariana per ottenere la liberazione dell’umanità della pandemia; chiedo, inoltre, ai parroci di promuovere ogni giovedì l’ora di Adorazione eucaristica, per impetrare dal Signore Risorto e Vivente in mezzo a noi una nuova effusione di Spirito Santo, che è Signore e dà la vita. Attraverso la preghiera alla Beata Vergine, possiamo anche noi essere coperti dalla Potenza dell’Altissimo! Pregava santa Teresa de Avila: «Dio mio, come è immersa quest’anima nello stesso sole, e quanto ne è incendiata! Dice che si è seduta all’ombra di colui che aveva desiderato. Poi, non trovando nulla di meglio a cui paragonarlo se non a un melo, aggiunge: il suo frutto è dolce al mio palato. Oh, anime di orazione, gustate queste parole! Sotto quanti aspetti possiamo considerare il nostro Dio! Quanti cibi diversi possiamo trovare in lui! È una manna che prende tutti i gusti da noi desiderati. Che ombra celestiale è mai questa! E come poter esprimere ciò che il Signore fa intendere all’anima? Ricordo le parole che l’angelo disse alla santissima Vergine, nostra Signora: La potenza dell’Altissimo ti coprirà della sua ombra. Come deve sentirsi protetta un’anima, quando il Signore la innalza a questa altezza! Ben a ragione può sedersi e ritenersi sicura» (Pensieri sull’amore di Dio cap. 5.2). Come la ragazza di Nazaret, domandiamoci se e come avverrà che la nostra preghiera sarà ascoltata: «Ora viene a proposito ricordarci come si comportò la Vergine nostra Signora, la quale, pur così piena di senno, domandò all’angelo: Come avverrà questo? Egli, rispondendole: Lo Spirito santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo, troncò ogni argomentazione. Maria, nella sua grande fede e saggezza, capì subito che, di fronte a questi due interventi, non c’era altro da chiedere né alcun motivo di dubbio. Non si comportano così certi teologi (che non sono guidati dal Signore per questa via dell’orazione né hanno idea di cose spirituali) i quali vogliono sottomettere queste cose al loro giudizio e interpretarle secondo le loro vedute fino quasi a far credere di voler abbracciare tutte le grandezze di Dio con la loro scienza. Se imparassero qualcosa dall’umiltà della santissima Vergine!» (Pensieri sull’amore di Dio cap.6.7).
3. Maggio 2021, con Maria e con Giuseppe. Nei pochi cenni che i vangeli canonici di Matteo e di Luca dedicano a Giuseppe, il Padre nel cuore non parla mai, né a sua moglie, né al suo figlio putativo. Ciò che salta subito all’occhio è che se Maria parlava poco, Giuseppe non parla affatto! Sembra quasi che, pur non comprendendo (o accettando) razionalmente, Giuseppe abbia seguito l’impulso dello Spirito Santo e si sia “fatto da parte” come padre terreno, per lasciare libero Gesù di occuparsi “delle cose del Padre suo”. In altre parole, pur garantendogli la sua presenza: “Gesù tornò a Nazaret con i genitori e obbediva loro volentieri” (Lc.2,51), gli ha permesso di crescere “in età sapienza e grazia” seguendo la sua vocazione. Così come ha permesso a sua moglie Maria di crescere nella sua vocazione peculiare di Vergine e di Madre. Leggiamo nella Lettera apostolica Patris corde di papa Francesco (8.12.2020):«Quanta gente esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza, avendo cura di non seminare panico, ma corresponsabilità. Quanti padri, madri, nonni e nonne, insegnanti mostrano ai nostri bambini, con gesti piccoli e quotidiani, come affrontare e attraversare una crisi riadattando abitudini, alzando gli sguardi e stimolando la preghiera. Quante persone pregano, offrono e intercedono per il bene di tutti». Tutti possono trovare in San Giuseppe, l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà. San Giuseppe ci ricorda che tutti coloro che stanno apparentemente nascosti o in “seconda linea” hanno un protagonismo senza pari nella storia della salvezza. A tutti loro va una parola di riconoscimento e di gratitudine» (Patris corde, Introduzione). Pregando san Giuseppe e con san Giuseppe, siamo ricondotti alla Beata Vergine: « Salve, custode del Redentore,/ e sposo della Vergine Maria./ A te Dio affidò il suo Figlio;/ in te Maria ripose la sua fiducia;/ con te Cristo diventò uomo» (Patris corde, conclusione).
4. Un pensiero conclusivo di Albino Luciani. La devozione mariana del mese di maggio è una devozione di popolo, rivolta a Colei che può ben essere invocata come Madonna del nostro popolo di Catanzaro-Squillace. Il futuro papa Giovanni Paolo I si trovò un giorno a illustrare il titolo “Madonna del popolo”: «“Madonna del popolo” è espressione che mi piace molto. Essa significa, mi sembra, che il popolo sente la Madonna vicina a sé, sia come madre, che si prende cura dei figli, sia come sorella, che ha percorso, in parte, la stessa strada che percorriamo noi. Propriamente la Madonna è madre di Cristo e Dio. Ma Cristo è nostro fratello maggiore, capo di tutta la famiglia cristiana: anche noi, dunque, la possiamo chiamare madre: madre della chiesa, madre di ciascuno di noi. E come madre, è più in alto di noi: viene preservata dal peccato originale per i meriti del Figlio applicati in antecedenza; concepisce miracolosamente e, intatta nella sua gloria verginale, irradia sul mondo la luce eterna; è assunta, anima e corpo, al cielo. Da lassù ci aiuta continuamente. Il concilio ha posto in risalto che Cristo è unico e solo mediatore tra Dio e gli uomini: lui solo fa le grazie e i miracoli. Ma egli ha fatto a sé stesso – in qualche modo – questa legge: di servirsi, per gli aiuti, di sua madre, che diventa per noi (in subordine) avvocata, ausiliatrice, soccorritrice, mediatrice» (Intervento dell’8.9.1970 a Verona: Opera omnia 5, p. 70).E mentre chiedo a tutti ed a tutte la carità di un ricordo orante al Signore, Vi benedico ✠ uno ad uno e una ad una, carissimi e carissime.
Catanzaro, 30 aprile 2021
+  p. Vincenzo Bertolone,S.d.P.

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