E’ stata rinnovata, nella Basilica Concattedrale “Santa Maria Assunta” di Squillace, la memoria della “Traslazione delle Reliquie di Sant’Agazio”, Patrono della Città e Compatrono dell’Arcidiocesi. La solenne celebrazione Eucaristica è stata presieduta da S.E. Mons. Claudio Maniago, alla presenza di una nutrita rappresentanza di autorità civili e di cittadini.

Pubblichiamo di seguito il testo dell’Omelia:

Fare memoria del Santo Patrono è, per una comunità, un impegno molto importante, perché significa accogliere un dono che viene dalla Provvidenza.

Un Santo a cui in qualche modo siamo affidati, che fa da custode, aiuto, sostegno del cammino di fede di una comunità, diremmo un alleato prezioso. Ancora più significativo il fatto di poter celebrare addirittura due momenti importanti durante l’anno, come facciamo noi per Sant’Agazio, ossia non soltanto il giorno in cui facciamo memoria di lui e del suo servizio alla nostra Chiesa, ma anche, come stiamo facendo oggi, ricordando l’arrivo delle sue reliquie in questa terra. Ecco, poterlo ricordare due volte diventa addirittura un’occasione doppia, preziosissima per onorare questo Santo.

Un Santo, il nostro, che in verità non ha molte parole, non fa grandi discorsi: non riportiamo di lui neanche una parola, se non alcune per supposizione. Evidentemente è importante la sua testimonianza: Sant’Agazio con la sua testimonianza è un martire, quindi un testimone privilegiato, uno che ha dato la vita per il Signore. Accogliere e far festa anche quando arrivano le reliquie di questo Santo martire, significa riconoscere non soltanto un’occasione storica. In verità, non sappiamo con precisione come sia avvenuto l’arrivo di queste reliquie, ma ormai abbiamo una certezza che è intessuta nel sentire e nel credere di questa comunità e cioè che siano arrivate in modo provvidenziale.

Agazio è un santo dell’Oriente che qui diventa, per tutti noi, un motivo di rendimento di grazie al Signore, perché il Signore ha pensato a noi nella sua Provvidenza, volendo addirittura che ne avessimo le reliquie. Che cosa sono le reliquie? Non sono un oggetto magico a cui affidarsi per avere qualche prodigio. Guai a noi se la pensassimo così, perché sarebbe proprio tradirne il significato più profondo. Per capire cosa sono le reliquie, dobbiamo rifarci alla nostra esperienza. Quando abbiamo avuto una persona cara, molto vicina, una persona che abbiamo amato e che ci viene tolta, magari perché muore, noi conserviamo di questa persona qualcosa, un ricordo che può apparire anche banale agli occhi di tutti, ma che per noi invece dice e rappresenta tanto. La reliquia ci parla di questa persona, ce la fa presente, perché di questo abbiamo bisogno, di far sì che questa distanza che la morte provoca (una distanza, non un’assenza) venga in qualche modo colmata. Ed ecco che teniamo per noi qualche ricordo per noi preziosissimo che ci ricorda, ci riporta alla mente, ma soprattutto al cuore, quella persona. Una persona importante, una persona amata, una persona che ci ha amato. Ecco che cos’è la reliquia!

Davanti a noi abbiamo delle ossa che, agli occhi dei più, sono dei resti umani: per noi invece sono qualcosa di importante, perché ci rendono presente e vicino il nostro Santo Patrono, facendolo sentire come se fosse davvero qui con noi. E lo è realmente! Lo sentiamo come se potesse ascoltare le nostre richieste di intercessione per noi e le ascolta realmente! Ecco perché, poter vedere con gli occhi anche queste reliquie, per noi è un grande aiuto, un sostegno alla nostra fede. La festa di oggi è importante perché il Signore ci ha fatto il grande dono di queste reliquie. Il fatto che queste reliquie arrivino da fuori, da lontano, ci fa capire, una volta di più, che noi questo Santo patrono non ce lo siamo scelti perché simpatico o perché in qualche modo poteva ispirarci, perché più vicino alla nostra sensibilità.

Ce lo ha donato la Provvidenza, Dio stesso e ancora di più allora diventa importante, perché Sant’Agazio, in qualche modo, è come se venisse da lontano, quindi anche con un impegno di ulteriore testimonianza d’amore, per starci vicino e aiutarci con il suo esempio e con il suo modo di vivere la fede. Oggi non soltanto sentiamo in un modo particolare di dover ringraziare il Signore, ma vogliamo anche che le reliquie di Sant’Agazio siano in mezzo a noi. Anche la piccola processione che concluderà questa nostra celebrazione dovrà farci sentire che Sant’Agazio ormai è uno di noi, è un fratello a cui possiamo rivolgerci.

Sant’Agazio ci capisce, comprende quelle che sono le difficoltà e le fatiche, da buoni cristiani, nella nostra vita personale, nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità e, ancora di più, nella nostra diocesi. Lui lo sa e cammina con noi. Siamo o non siamo, come Chiesa, un popolo in cammino? Sant’Agazio cammina con noi ed è sempre lì, pronto, nel suo eloquente silenzio, a dirci qual è la strada, qual è il modo di vivere la fede.

Allora oggi dobbiamo accogliere questa presenza, come davvero fosse di nuovo un qualcuno che viene a trovarci da lontano e che viene perché ci vuole bene, perché vuole il nostro bene. Raccomandiamo a Sant’Agazio tutte le nostre preoccupazioni, difficoltà, speranze, sogni e da lui accogliamo una volta di più il messaggio.

Pensiamo al suo nome, Agazio. Una persona senza colpa, senza macchia e senza peccato. Si direbbe una persona senza male. Una persona cioè che ha cercato sempre il bene nella sua vita. E già questo sarebbe per noi un grande ammonimento: da cristiani noi dobbiamo, nella nostra vita, cercare sempre il bene, mai favorire il male in noi e intorno a noi, perché il male rovina la nostra vita. Il male, anche se apparentemente in qualche occasione sembra portarci qualche vantaggio, alla fine ci chiede il conto e il conto è salato, rovinando la nostra vita. Al contrario del bene, di quel bene che il Signore è venuto a insegnarci. Ripensando alle recenti feste natalizie, impariamo che il bene che il Signore ci ha testimoniato è la Sua venuta, facendosi uomo in mezzo a noi. Si tratta di un bene che si diffonde e genera vita e vitalità. Allora noi dobbiamo imparare che nel gestire la nostra vita, le nostre famiglie, il nostro impegno nella Città, nella società, dobbiamo cercare sempre il bene. Fare il bene non è da persone deboli! I padroni del mondo non sono i prepotenti e i violenti, bensì chi veramente fa qualcosa di importante e chi cerca il bene. Anche se, apparentemente, agli occhi del mondo, chi cerca il bene sembra essere quasi un illuso o peggio ancora un sognatore.

Il Signore è venuto a dirci invece che quella è la via e Sant’Agazio, già col suo nome, ce lo continua a ripetere: “Cercate il bene!”. Anzi, nel suo nome c’è un allontanare il male. Dobbiamo impegnarci su questo sempre di più, credendo al bene che possiamo fare, credendo al bene che possiamo ricevere e combattendo in tutti i modi ogni forma di male. Impegnandoci cadremo, certo, ma siamo certi che, se siamo consapevoli, proprio Sant’Agazio, con la sua intercessione, ci aiuterà a ritornare nelle braccia del Signore e in Lui ritrovare rigenerazione e vita.

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