In attesa di ufficializzare i candidati, illustrato il programma elettorale: “La Calabria luogo di incontro delle culture mediterranee”

«Idee per i cittadini e per il territorio che intendiamo realizzare nell’ambito della coalizione di centrodestra che, auspichiamo, sarà guidata da un presidente capace di incontrare il nostro gradimento».
In attesa di ufficializzare le candidature, il movimento “Cambiamo la Calabria” esce allo scoperto con il proprio programma elettorale in vista delle elezioni regionali del prossimo 11 aprile.
Il gruppo, nato dall’adesione del sodalizio “Mediterraneo è Calabria” e del Partito Pensionati a “Cambiamo”, la creatura politica del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, ha un must ben definito.
«La Calabria ha potenzialità enormi mai valorizzate e sfruttate – dicono i promotori, tra cui l’ex senatore Francesco Bevilacqua – sia per incompetenza politica sia per il “contropotere criminale”».
Il movimento ruota attorno a un totem imprescindibile: la Calabria va vista come luogo di incontro delle culture mediterranee. «Per posizione geografica – dichiarano – siamo punto di incontro fra Medio Oriente, Africa ed Europa. Il porto di Gioia Tauro può essere luogo d’incontro, le tre università devono aprirsi ai giovani di quei paesi anche con borse di studio per i meritevoli e i meno abbienti».
Accanto al simulacro per eccellenza ci sono le “divinità minori”. Prima è il turismo «La nostra regione – aggiungono – è ricca di acque termali e luoghi di culto prestigiosi: va da sé la creazione di una filiera virtuosa di bellezze naturali, cultura, benessere, enogastronomia, artigianato e religiosità.
Per farlo serviranno strumenti adeguati tra cui un “Piano Regionale per il termalismo e la cura del corpo”.
Non meno importante sarà elaborare itinerari culturali, enogastronomici e religiosi con il coinvolgimento degli operatori turistici che dovranno valorizzare i prodotti locali ed essere aiutati non con i soliti finanziamenti a pioggia ma con dei risultati raggiunti.
Dovrà trattarsi di itinerari (Magna Graecia, castelli federiciani e aragonesi, luoghi dei briganti) che rendano attraente l’offerta e il soggiorno».
Non manca l’Ambiente con la risoluzione del drammatico problema dei rifiuti attraverso un Piano Straordinario che punti alla pulizia dei boschi e dei corsi d’acqua, che ponga fine alle discariche.
“Cambiamo la Calabria” dice sì ai termovalorizzatori, alla differenziata e alla costruzione di avanzati sistemi per produrre energia dagli scarti non riciclabili. «La difesa della natura – sostiene ancora il movimento – non può non comprendere la difesa della famiglia naturale (formata da una donna e da un uomo, possibilmente con figli) con una politica che valorizzi il ruolo genitoriale e il coraggio di dire “no” alla società consumistica (quella sfrenata che spinge l’umanità alla catastrofe) in grado di selezionare i consumi per evitare e combatta gli sperperi».
C’è, poi, il Recupero dei mestieri e dei centri storici.
«La rivalorizzazione di artigianato, agricoltura, viticoltura e dei centri storici – affermano i promotori – deve avere una visione ampia, almeno regionale, perché non deve accadere che accanto alla recuperata bellezza di uno si veda l’abbandono di un altro. Accanto al recupero edilizio serve un Piano di ripopolamento con incentivi economici per energia e servizi a residenti e imprenditori. Anche così, e dotati di servizi efficienti e assistenza, i piccoli centri possono diventare a “misura d’anziano”».
Infine, ma non ultima per importanza, la Sanità: pubblica e fuori dalla
commissariamento, auspica “Cambiamo la Calabria”.
«Non basta solo il contenimento dei costi – avvertono – serve, invece, sviluppo della medicina territoriale e potenziamento de centri di eccellenza in prossimità dei quali creare residenze per accompagnatori (utilizzando immobili comunali o delle Asp) da affidare in gestione ad Onlus ottenendo, a costo zero, un duplice risultato: offrire un servizio importantissimo e creare posti di lavoro».
La chiusura è con uno sguardo a Roma. “Cambiamo la Calabria” chiederà a viva voce all’attuale Governo di utilizzare il Recovery Found per superare le storiche criticità della Calabria con appositi investimenti sulla rete dei trasporti (completamento ss 106, alta velocità) e sulla sanità (modernizzazione della rete ospedaliera ed implementazione della medicina territoriale).

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