– Un messaggio di consolazione e speranza agli ammalati di Covid e’ stato lanciato dal nuovo arcivescovo metropolita di Napoli monsignor Domenico Battaglia al termine della celebrazione eucaristica in Cattedrale che ha sancito il suo ingresso ufficiale in diocesi da pastore della Chiesa di Napoli. Don Mimmo, come da sempre si fa chiamare, nella sua omelia, ha invocato una “chiesa delle porte aperte a tutti, dove non si celebrano solo i riti, ma dove si vive e si celebra la vita delle donne e degli uomini. Una chiesa che non ha paura di percorrere strade difficili e strette, che sa gioire, condividere, commuoversi e meravigliarsi. Una chiesa discepola delle fragilita’. Dobbiamo spogliarci di ogni legame e complicita’ con tutte le forme del potere, scrollarci di dosso il peso delle nostre divisioni e lacerazioni”. L’arcivescovo ha voluto ricordare un ragazzo di venticinque anni che ha incontrato nel suo cammino, Stefano, un giovane sieropositivo “che ha avuto bisogno di parlare con me perche’ ero un prete. Stefano – ha detto Battaglia – mi ha consegnato il coraggio di vivere fino in fondo, di guardare in faccia la morte, ogni tipo di morte, per abbracciare la vita”. Dall’arcivescovo un richiamo a combattere una “lotta dura e difficile contro la camorra. Come Chiesa – ha spiegato -non ci tireremo indietro”. Prima delle celebrazioni, don Mimmo ha incontrato le autorita’ nel salone della curia arcivescovile. Presenti, tra gli altri, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, il governatore della Campania Vincenzo De Luca, i ministri dell’Universita’ Gaetano Manfredi e degli Affari europei Vincenzo Amendola, il procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho. Alle autorita’ ha chiesto di “non perdere la speranza” ma di diventare “profeti di speranza. Questa – ha detto – la sintesi dell’essere autorita'”. Infine, un messaggio per Napoli “perche’ questa nostra terra possa diventare simbolo di rinascita per il Meridione e per tutto il Paese”.

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