SQUILLACE – “I’m at your door and knocking” (sono alla tua porta e busso). È il titolo del recital proposto nella basilica cattedrale di Squillace dalla comunità ecclesiale locale, guidata dal parroco don Enzo Iezzi, e dall’oratorio “Il sorriso di Chiara”, sera di sabato scorso. Una iniziativa molto apprezzata e densa di significato, improntata all’integrazione e alla consapevolezza che Dio è uno, uguale per tutti, anche se venerato con denominazioni diverse. All’idea proposta da Maria Teresa Cristofaro (la mamma di Chiara a cui è dedicato l’oratorio parrocchiale) e da Carmela Commodaro hanno riposto in tantissimi, tra bambini, ragazzi, genitori, ospiti dei Siproimi (sistema di protezione internazionale per minori stranieri non accompagnati) di Catanzaro-Squillace e Satriano della Fondazione “Città Solidale Onlus”, la comunità ecclesiale locale, per metter su uno spettacolo veramente interessante e significativo. A cominciare dalla scenografia, realizzata da Natascia Mellace, dove il simbolo della barca è visto come mezzo di salvezza. Ed ogni colore utilizzato nella rappresentazione teatrale aveva il suo significato e un linguaggio specifico: il linguaggio divino, il linguaggio sacro, quello profano. Il bianco simbolo di Dio; il rosso, colore del fuoco e dell’amore divino, dello Spirito Santo; il blu, lo spirito di verità; il giallo-oro simbolo della rivelazione dell’amore e della sapienza; il verde, simbolo della carità di Dio. E poi la Natività, simbolo dell’accoglienza, una sollecitazione all’inclusione dei fratelli stranieri che scappano dagli orrori di guerre e carestie. La prua della barca che fa da grotta, per non dimenticare le vite spezzate in mare. La rappresentazione si è aperta con il rumore del mare in tumulto e le grida di fratelli che chiedono aiuto nel buio della notte. Arrivano due fratelli naufraghi preceduti da due file di ragazzi del SIPROIMI che portano una rete da pesca. I due bussano per chiedere ospitalità, ma nessuno darà loro una mano d’aiuto. Lo spettacolo si è snodato tra canti, riflessioni, balletti, poesie, il tutto sul tema del Natale, dell’accoglienza, dell’inclusione, dell’alterità Proprio sull’alterità è stato proposto un dialogo-riflessione, scritto dalla poetessa Francesca Noemi Pia Carello e interpretato anche da Laura Megna e Yahya Camara. Applausi a scena aperta per tutti: il presentatore Massimo Perlongo (che ha cantato anche il brano “Hallelujah”), il giovanissimo musicista Giuseppe Bertolotti (che ha proposto anche brani sul tema dell’accoglienza), Albon (che ha creato le suggestive musiche dello spettacolo), il maestro Agazio Mellace (autore delle coreografie), e i vari gruppi di bambini e ragazzi che si sono esibiti nei balletti e nella recita delle poesie (Antonio Provenzano, Riccardo Commodaro, Luca Curci, Miriam Conca, Francesca Pitari, Annalucia Curci, Francesca Nuciforo, Laura Megna, Lavinia Di Leo, Sharon Fazzari, Annapaola Di Leo, Alessandra Condito, Azzurra Facciolo, Paola Nuciforo, Chiara Sinopoli). Dopo gli interventi di don Enzo Iezzi, M. Teresa Cristofaro e di alcune mamme dei ragazzi protagonisti della rappresentazione, lo spettacolo si è concluso con il presepe vivente, con l’arrivo degli angeli, dei pastori e dei Re Magi (protagonisti anche gli ospiti dei centri d’accoglienza di Fondazione “Città Solidale”) alla grotta della Natività, dove c’erano ad attenderli Giuseppe (Graziano Vallone) e Maria con il Bambino Gesù (interpretati rispettivamente da mamma e figlio nigeriani). Insomma un suggestivo spettacolo di musica e di colori, a cui hanno dato un grande sostegno e un contributo operativo anche Giovanna Carello, Sara Commodaro, Ivana Gagliardi, Eleonora Pietropaolo, Anna Pugliese, Antonio Riey, Raffaele Sestito, Luca Sinopoli, Sebastiano Spadaro, Enzo Vaccaro, Antonio Vallone, Rosa Vallone, la “Sevesinop” di Enzo Sinopoli e la Pro Loco di Squillace. Segno di una comunità unita e attenta all’accoglienza e all’inclusione sociale.

Carmela Commodaro

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