Catanzaro, – “Un contenitore affettivo per stimolare i ricordi e le emozioni, e dove ci si può rilassare migliorando la qualità di vita”. Ivo Cilesi, psicopedagogista esperto in terapie complementari di tipo non farmacologico definisce così la “terapia del treno” che sarà presentata il 18 ottobre a Catanzaro, alle ore 17,30, nel salone dell’ex Umberto I. La “trenoterapia”, detta più in generale “terapia del viaggio”, nasce nel 2009 da un’idea di Cilesi per favorire il benessere delle persone con demenza, anche se nel tempo il campo di applicazione è stato esteso ad altri ambiti. Nel caso specifico di Catanzaro, si tratta della simulazione di un viaggio con l’allestimento di un vagone, la proiezione di immagini della città e la ricostruzione di ambienti che rievocano un’antica stazione. Un viaggio immaginario per donare momenti di benessere e socializzazione alle persone malate ma anche ai loro famigliari. “Un servizio unico in Calabria”, dice Cilesi a proposito di questo progetto nato su impulso dell’associazione “Ra.Gi.” di Elena Sodano e finanziato dalla Chiesa Valdese. Un’iniziativa approvata dalla giunta comunale di Catanzaro che su proposta dell’assessore alle Politiche sociali Lea Concolino ha concesso a titolo gratuito e fino al 30 novembre il salone al piano terra dell’ex Umberto I. Un servizio gratuito caratterizzato inoltre dal contributo di Trenitalia che ha fornito materiali per l’allestimento e dal patrocinio morale dell’Age, Associazione geriatri extraospedalieri. L’evento inaugurale è aperto al pubblico. Saranno presenti Ivo Cilesi, presidente del centro studi e ricerche “Innovative Elder Research Onlus”; l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Catanzaro, Lea Concolino; Jens Hansen, pastore della Chiesa valdese di Catanzaro; Elena Sodano, presidente dell’associazione “Ra.Gi.”. Modererà l’incontro il giornalista Francesco Ciampa. L’iniziativa è in linea con il progetto “Catanzaro centro storico comunità amica delle persone con demenze”, promosso dalla “Ra.Gi.” in collaborazione con il Comune per favorire il più possibile l’inclusione sociale e la normalità di vita delle persone con Alzheimer, Parkinson o con altre patologie neurodegenerative.

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