Da Catanzaro a Crotone, da Vibo a Lamezia. Continua, incessante, il flusso di visitatori provenienti da tutta la regione alla mostra “Artecontemporanea”. Un evento culturale di straordinaria rilevanza, ospitato a Chiaravalle Centrale, nella storica cornice di Palazzo Staglianò. La collettiva, che chiuderà domani con una eccezionale performance dal vivo di street art dedicata ai giovani, sta riscuotendo consensi unanimi. E lo si evince non solo dalle numerosissime presenze ma anche e soprattutto dal muro delle firme dove viene lasciata traccia dei commenti, dei giudizi, delle opinioni. “La luce!” scrive una coppia di visitatori con l’enfasi del punto esclamativo. Un bagliore esplosivo di speranza, insomma, in una città dell’entroterra calabrese che lotta per ridefinire il proprio ruolo e la propria identità. Attraverso l’arte. Attraverso la cultura. Il sogno o, per meglio dire, la visione è quella di andare oltre l’atmosfera cupa del pessimismo dilagante che relega i nostri borghi delle aree interne a forzate vittime dello spopolamento, del disinteresse, dell’isolamento, dell’emigrazione. Esistono, invece, proprio qui, ricchezze inenarrabili, spazi e simboli di riscatto che passano attraverso il talento e la passione degli uomini e delle donne che vivono questi luoghi e ad essi sono attaccati con la forza dell’esserci. Consapevolmente. Il che rimanda allo struggente senso del dovere di chi è rimasto, con fedeltà alle proprie radici. “Restanza” è il nome di questo sentimento secondo l’antropologo Vito Teti. Un qualcosa che rimanda al “restare” e alla “resistenza”. Ma anche alla “resilienza”, come reazione attiva e positiva alle difficoltà della vita. C’è, dunque, tutto un mondo nuovo da costruire in una città come Chiaravalle e non è retorica o utopia. Lo dimostrano eventi come “Artecontemporanea”, realizzati in piena sinergia tra l’amministrazione comunale, la Consulta della Cultura e una associazione di grande prestigio e merito come “ARTEria”.

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