“Ho ricevuto tante proposte, ma le ho tutte declinate”. L’ex sindaco di Soverato, Raffaele Mancini, sembra rivelarsi impermeabile alle sirene elettorali degli ultimi giorni. Il suo nome era stato fatto in occasione di un recente incontro conviviale con alcuni amministratori comunali delle Preserre, in vista delle Politiche di primavera. Ma, a quanto pare, neanche le lusinghe degli amici, convinti di assegnarli il ruolo di portavoce dell’area jonica catanzarese tra gli scranni del Parlamento, sono riuscite a scalfire le sue monolitiche certezze: “C’è un tempo per ogni cosa. Io ho lasciato la politica sette anni fa. E oggi mi dedico felicemente e con passione alla mia professione di medico. Tutto qua”. Però è pure vero che qualche trattativa era stata intavolata. E’ stato Mancini stesso a confermarlo, nel ribadire che il suo rifiuto è, comunque, netto e categorico. Di certo, rimane il problema di fondo discusso negli ambienti politici locali del Soveratese: questo territorio, al momento, non è rappresentato in seno al collegio camerale individuato con il “Rosatellum”. E tutti i candidati che si profilano all’orizzonte, tra i maggiori partiti di riferimento, arriveranno dall’area del Vibonese. Peggio ancora per il Senato, dove a menare le danze saranno Catanzaro e Lamezia Terme. Soverato, le Preserre, il Basso Jonio più in generale resteranno, per così dire, “scoperti”. In pratica, la preoccupazione è che non si conterà nulla nei momenti decisionali più importanti e tutti gli interessi degli eventuali eletti si concentreranno su altre zone. Non è una novità, del resto. Sono anni che questa porzione di territorio non riesce ad esprimere un proprio eletto, complici anche le più recenti leggi elettorali che hanno deciso a monte chi destinare nei palazzi romani. Qualche indiscrezione era trapelata rispetto alla possibilità che il Pd potesse candidare l’attuale sindaco di Soverato, Ernesto Alecci. Una ipotesi, in ogni caso, tutta da verificare.

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