Sono quattro i candidati alla carica di presidente della Regione Calabria alle elezioni del 26 gennaio. Il centrodestra schiera la deputata e coordinatrice regionale di Forza Italia Jole Santelli, che può contare sul sostegno di sei liste: oltre a Fi, Fdi, Lega, Santelli presidente, Udc, Cdl. Sul fronte opposto, il centrosinistra presenta il candidato civico Pippo Callipo. L’imprenditore del tonno è sostenuto dalla sua lista “Io resto in Calabria” alla quale si è aggiunto il Pd ed un’altra lista espressione delle forze di centrosinistra, “Democratici e progressisti”. A completare il quartetto, ci sono il candidato civico del Movimento 5 Stelle, il docente dell’Università della Calabria Francesco Aiello, che può contare anche sull’appoggio della lista “Calabria Civica”, ed il ricercatore del Cnr ed ex capo della Protezione civile regionale Carlo Tansi, sostenuto da “Tesoro Calabria”, “Calabria Pulita” e “Calabria Libera”. Elezioni sulle quali pesa l’incognita dell’astensionismo che già nel 2014 raggiunse cifre record, con un’affluenza al voto che raggiunse solo il 44,10% degli aventi diritto. Il quadro adesso è delineato, ma per arrivarci non sono mancate fibrillazioni, tensioni e polemiche, soprattutto nei due principali schieramenti che fino a poche ore prima della presentazione delle liste hanno corso il rischio di vedere schierati propri esponenti come avversari. Il presidente uscente Mario Oliverio (Pd) ed il sindaco forzista di Cosenza Mario Occhiuto, infatti, erano scesi in campo ben prima che la scelta fosse formalizzata. Il braccio di ferro tra Oliverio – sul quale pendono 3 richieste di rinvio a giudizio della Procura di Catanzaro, due per presunte irregolarità in appalti gestiti dalla Regione ed una per presunte irregolarità nell’uso di fondi per la promozione del turismo – e il Pd è andato avanti dall’estate al dicembre scorso. Il governatore uscente, sostenuto da sindaci e amministratori dem e da una parte del partito calabrese, rivendicava la possibilità di ricandidarsi ed invocava la scelta delle primarie. Richieste respinte da Nicola Zingaretti, il quale, dopo che è saltata l’ipotesi di un accordo con i 5 Stelle per presentare un candidato unico, ha optato per il sostegno a Pippo Callipo, inizialmente in predicato di essere candidato con i pentastellati, e poi candidatosi a capo della lista di cui è promotore “Io resto in Calabria”. Anche l’ultimo invito di Oliverio a ritirare tutte le candidature in campo e puntare su una figura nuova e giovane è caduto nel vuoto e così, alla fine, il Governatore uscente si è ritirato dalla corsa. “Pur ritenendo di avere tutte le ragioni del mondo, non faccio dividere il bambino a metà. Di altri sono e saranno le responsabilità”, ha detto.
Una situazione analoga l’ha vissuta il centrodestra dopo che il leader della Lega Matteo Salvini ha stoppato la candidatura di Mario Occhiuto proposta dai vertici calabresi di Forza Italia, col placet di Silvio Berlusconi. Un niet motivato sostanzialmente da Salvini con i guai giudiziari del sindaco di Cosenza per il quale la Procura di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio. Per Occhiuto, inoltre, è già stato fissato a Cosenza il processo per bancarotta fraudolenta per il fallimento di una società da lui amministrata quando non era sindaco. Anche in questo caso, la ricomposizione è avvenuta sul filo di lana. Solo il giorno prima del deposito delle liste, infatti, Occhiuto ha annunciato il ritiro della sua candidatura. “Sono abituato a costruire, non a distruggere”, ha scritto su Facebook.
Ricomposto il quadro, i quattro sfidanti possono concentrare tutte le loro attenzioni sulla campagna elettorale in attesa della notte tra il 26 ed il 27 gennaio, quando conosceranno il responso delle urne. (ANSA)

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