In un’epoca dominata dagli algoritmi e dalle playlist preconfezionate, c’è ancora chi crede nel potere autentico della radio. Carmela Commodaro, direttrice responsabile della testata, speaker appassionata e anima di Radio Squillace 92 Inblu, ricorda che il rock ha ancora voce. E spesso, è una voce fuori dal coro. Proprio la giornalista è stata la protagonista della quattordicesima puntata di “Intervista SottoTraccia”, a cura di Davide Mercurio, del Collettivo Ondarock. Carmela guida il percorso attraverso la sua visione della radio: non un semplice strumento, ma un amplificatore di rivoluzioni silenziose. La differenza tra radio e digitale? «La radio – dice – è fatta da persone che raccontano, non da algoritmi che selezionano. Il dj crea un’esperienza condivisa. Il rock in radio è comunità, non consumo». Ma come si tiene vivo lo spirito del rock senza cadere nella trappola della nostalgia? La risposta è un mix: accostare i Led Zeppelin ai Greta Van Fleet, raccontare il dietro le quinte delle canzoni, dare spazio a chi ancora vive il rock come urgenza espressiva. «Il rock è movimento, non solo musica». Commodaro difende con forza il ruolo delle radio indipendenti, come Radio Squillace 92 Inblu, nel promuovere l’underground, e sottolinea: «Diamo voce a ciò che sfugge alle major. Il nostro palinsesto riflette passione, non numeri». E se potesse scegliere una band per un live esclusivo? Nessun dubbio, gli Idles. «Sono un terremoto emotivo – prosegue – perfetti per scuotere l’anima». Per Carmela, l’equilibrio tra nomi noti e nuovi talenti è essenziale: 30% classici, 40% contemporanei, 30% emergenti. Con uno spazio fisso dedicato all’underground. Una radio che ascolta, coinvolge e propone. «Il rock – conclude Carmela Commodaro – non è solo suono, è identità, urgenza, racconto. E la radio, quando è libera, può ancora essere il suo microfono più potente».

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