Comunità in festa a Squillace per i 100 anni della signora Saveria Merenda. L’anziana donna, nota a tutti con il nome di Saverina, è stata festeggiata dai tanti parenti nel reparto di ortopedia dell’ospedale di Soverato dove si trova ricoverata per problemi di salute. Saverina è nata il 13 febbraio 1925 in una famiglia numerosa, come unica figlia femmina con sei fratelli, Mario, Vito, Giuseppe, Agazio, Martino e Antonio. Fin dalla giovane età, Saverina ha dimostrato una straordinaria dedizione e un forte senso di responsabilità verso la sua famiglia. Crescendo in un contesto di affetto e unità, ha sempre svolto il suo ruolo di figlia e sorella con grande impegno e amore. Nel corso degli anni, ha scelto di dedicare la sua vita alla cura dei suoi genitori, offrendo assistenza e amore incondizionati fino alla loro scomparsa.

In seguito ha continuato a impegnarsi nel prendersi cura di altri membri della famiglia, diventando poi badante per una famiglia agiata. In questo nuovo capitolo della sua vita, ha continuato a manifestare la stessa dedizione che l’aveva caratterizzata nei confronti dei suoi genitori sempre con grande discrezione e cura. Per anni, la sua vita è stata un esempio di sacrificio, altruismo e dedizione senza eguali. Molti la ricordano presente e attiva nella chiesa di San Matteo. Non solo ha accudito con affetto i suoi genitori, ma è stata anche una presenza costante per i suoi nipoti, ai quali ha trasmesso valori di famiglia, amore e impegno. Alla festa con l’immancabile grande torta ha preso parte anche il sindaco di Squillace Enzo Zofrea, accompagnato dall’assessore comunale Gerardo Bertolotti. «Oggi è un giorno di grande festa per la nostra comunità – ha affermato Zofrea – per i cento anni della signora Saverina. La sua vita, caratterizzata da energia, simpatia e ospitalità, è un esempio luminoso per tutti noi. Come amministrazione comunale siamo lieti di unirci ai festeggiamenti, portando il saluto e l’abbraccio dell’intera cittadinanza. Un secolo di storie, esperienze e saggezza che arricchiscono la nostra comunità». Una delle nipoti, Francesca Megna, la ricorda come «esempio di vita che ci ha insegnato il valore della famiglia, dell’amore e della generosità». «La sua scelta di non essere madre – aggiunge – l’ha resa madre di tutti noi, nipoti e pronipoti, a cui ha dato amore incondizionato. Una donna semplice, umile, ma con un cuore immenso, capace di accogliere e coccolare ogni membro della famiglia. Ricordiamo i suoi gesti premurosi, il calore delle sue parole e il suo modo di essere sempre presente, di dare senza mai chiedere nulla in cambio».
Carmela Commodaro

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