Si è svolta nelle giornate di sabato 11 e domenica 12 maggio l’iniziativa di consegna di quattro piante di ulivo della Madonna, di cui due alla parrocchia di Vallefiorita, dedicata a San Sergio e Soci, e due alla parrocchia di Amaroni, dedicata a Santa Barbara, da parte dell’associazione Archeoclub d’Italia, sede di Amaroni, Valle dell’Alessi-Majurizzuni, guidata dal professor Lorenzo Satanassi. Ad Amaroni la consegna delle piante si è svolta sabato 11 durante la santa messa celebrata da don Roberto Corapi. «Grazie all’impegno profuso dal professor Satanassi e dalla sua associazione – ha affermato don Corapi – siamo arrivati alla scoperta e, quindi, alla tutela e valorizzazione di quegli aspetti fondamentali della nostra storia locale e della nostra tradizione che fino a poco tempo fa non erano noti a tutti». Il presidente Satanassi ha spiegato che l’Archeoclub di Amaroni ha voluto donare queste piante come segno del legame con la parrocchia. Ha poi aggiunto che la chiesa sarebbe rimasta aperta per le visite guidate fino a tarda sera, mettendo in evidenza che gli affreschi presenti sono stati realizzati dai pittori Carmelo Zimatore e Diego Grillo tra la fine del 1800 e i primi anni del 1900. Ha anche evidenziato che fino alla riforma liturgica, voluta dal Concilio ecumenico Vaticano II, la mensa dell’altare prima non era presente in quanto la messa si celebrava con le spalle al popolo specificando che prima esisteva anche la balaustra oltre la quale i fedeli non potevano andare. La stessa cerimonia di consegna e di benedizione di altre due piante di ulivo si è svolta il giorno seguente a Vallefiorita, in occasione della 29.ma giornata nazionale delle chiese aperte organizzata dalla sede nazionale di Archeoclub d’Italia, al termine della celebrazione della messa domenicale nella chiesa di San Sergio e Soci. Il parroco don Salvatore Gallello ha ringraziato l’Archeoclub anche per avere avere inserito quella vallefioritese nell’elenco nazionale delle chiese aperte. Anche il sindaco Salvatore Megna ha avuto parole di elogio per l’associazione e il suo presidente impegnato per la riscoperta, tutela e valorizzazione del patrimonio storico-culturale locale. Il presidente Satanassi ha poi spiegato che le piante di ulivo, come quelle donate dall’Archeoclub, si coltivavano anticamente nei monasteri bizantini della Calabria: i vescovi ricavavano un olio che veniva benedetto e usato per il sacro crisma; veniva usato anche per accendere le lampade nelle chiese in quanto olio profumato, non sporca e non fa fumo. Parlando poi degli affreschi presenti nella chiesa di Vallefiorita, Satanassi ha detto che sono opera di Nicola Pignatari: quello che raffigura San Rocco che guarisce gli ammalati di peste è stato restaurato a devozione di don Rocco Cassadonte. Domenica 12 maggio, anche la chiesa di Amaroni è rimasta aperta fino alle ore 23; il presidente Satanassi, con la collaborazione del cavaliere Rocco Devito, ha svolto le visite guidate all’interno della chiesa e sono state fatte anche delle spiegazioni in video diretta sull’origine della chiesa, evidenziando come l’edificio sacro sorga sul luogo dove tra il VII e il IX secolo è avvenuta l’apparizione di Santa Barbara. È stata anche fatta vedere un’antica campana, definita “campana della scuola”, in quanto veniva suonata anche per indicare l’inizio e la fine delle elezioni. Davanti alla chiesa è stato allestito un piccolo banchetto dell’Archeoclub dove sono stati posti alcun depliant illustrativi sulle opere artistiche presenti in chiesa e una gigantografia dell’antico altare con la balaustra. Sono stati mostrati gli affreschi e le statue dei Santi venerati ad Amaroni realizzate alcune in botteghe calabresi e in botteghe dell’Italia meridionale, tra la fine del 1700 e i primi anni del 1800; la statua di Santa Lucia è stata scolpita da Pietro Drosi da Satriano nel 1882 ed è stata restaurata a cura del parroco dell’epoca tra la fine degli anni ‘90 e i primi anni 2000.

Carmela Commodaro

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