Manifestazione e presidio antifascista promossi dall’Anpi, dalla Cgil e da varie associazioni, stamattina sul lungomare di Catanzaro Lido, nel giorno della festa della Liberazione, con la partecipazione del Coordinamento provinciale Catanzaro a sostegno del popolo palestinese. Con Mario Vallone, presidente provinciale Anpi, Pino Commodari di Potere al Popolo e rappresentanti della Cgil e di altri movimenti, si è registrata la presenza anche del sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita che ha voluto leggere il monologo di Scurati cancellato dalla Rai; e c’è stata anche una suggestiva lettura collettiva dei capitoli di “M. Il figlio del secolo” in cui viene raccontato il rapimento e l’assassinio di Giacomo Matteotti, il deputato socialista che si era opposto al fascismo. Nel corso della manifestazione è stato diffuso il testo di “Antifascismo è antisionismo. Per un 25 aprile di lotta”, a cura del Coordinamento provinciale Catanzaro. «Siamo piombati – si legge – in una spirale bellicista sempre più profonda, con una corsa al riarmo sul piano internazionale. In Europa aumenta il clima reazionario, con una torsione antidemocratica e belligerante, come dimostra l’entrata in guerra dell’Italia nel Mar Rosso votata quasi in sordina da destra a sinistra in Parlamento, senza suscitare alcun dibattito nel Paese. E continua incessante il sostegno militare italiano ad Israele. È con questo approccio che da sei mesi provano a renderci complici della barbarie cui stiamo assistendo in Palestina, dove è in corso un genocidio che conta più di 35 mila morti, 11 mila scomparsi, 80 mila feriti. La mancanza di beni di prima necessità causato dal blocco israeliano ai convogli umanitari ha causato una gravissima carestia alimentare che colpisce anzitutto i bambini. Questo avviene dopo oltre 75 anni di colonizzazione sionista supportata dai governi occidentali, a cui il popolo palestinese ha sempre reagito lottando e resistendo. Pochi giorni fa è stata approvata la risoluzione ONU per il cessate il fuoco a Gaza. E nei mesi scorsi su istanza del Sudafrica è stato avviato l’iter innanzi la Corte Penale Internazionale per riconoscere Israele responsabile del crimine di genocidio. Israele nonostante ciò non ferma i bombardamenti e le operazioni militari e si prepara a entrare via terra a Rafah, con il chiaro intento di perpetrare ancora rastrellamenti ed uccisioni di civili, donne e bambini. Continuare il genocidio dei palestinesi, appunto. In questa situazione gli Usa – da sempre fedelissimi alleati e guardaspalle dei sionisti – il 19 di aprile hanno bloccato con il veto la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza che “raccomandava all’Assemblea Generale l’ammissione dello Stato di Palestina come membro dell’Onu”. Quella di Israele è una occupazione imperialista fondata sulla sanguinosa appropriazione violenta dei territori palestinesi, sulla sistematica discriminazione delle popolazioni palestinesi, sulla violazione dei diritti umani e delle risoluzioni internazionali tanto da configurarsi, come sostenuto da Amnesty International, una vera e propria condizione di apartheid. Si impone la ripresa di un processo politico che possa condurre alla fine dell’occupazione israeliana della Palestina e ad una risoluzione di pace nell’area, oggi più che mai necessaria, con la creazione di uno Stato Palestinese entro i confini del 1967, con il necessario smantellamento degli insediamenti dei coloni israeliani in Cisgiordania e il diritto al ritorno dei profughi palestinesi, massacrati e cacciati dalle loro case. In questi mesi milioni di persone in tutto il mondo sono scese in piazza costantemente per lottare a fianco della Palestina. Anche la provincia di Catanzaro ha conosciuto una serie di iniziative confluite in un partecipato corteo a Catanzaro lo scorso 23 febbraio, in concomitanza con lo sciopero generale per la Palestina. Gli studenti universitari hanno dato vita in questi mesi ad una mobilitazione tesa a denunciare ed a rompere i rapporti accademici e di cooperazione delle università italiane con Israele. È in piedi una vigorosa campagna di boicottaggio delle aziende israeliane e i lavoratori organizzati hanno interrotto il flusso del commercio di armi verso Israele con scioperi e blocchi. Da sempre crediamo che la giornata del 25 aprile non debba essere vissuta come un rituale o una ricorrenza, ma debba rappresentare la riattualizzazione dei valori e degli ideali della resistenza partigiana che liberò questo Paese dalla barbarie della guerra e del nazi-fascismo. E l’esempio dei partigiani fu asse portante per segnare nuovi rapporti di forza sul piano politico e sociale per il movimento dei lavoratori e delle classi subalterne. Dobbiamo impedire che si ripetano le pagine più buie della storia e rifiutare che le brutalità della guerra tornino ad essere tragica normalità. Dobbiamo schierarci contro il massacro dei popoli e stare a fianco delle nuove forme di resistenza che si oppongono al colonialismo e all’imperialismo. Siamo chiamati a un compito storico per la difesa della democrazia e della pace: essere partigiani contro la guerra e a fianco della Palestina e della sua Resistenza. Abbiamo sempre rifiutato la memoria condivisa tra fascisti e antifascisti. Essere partigiani significa prendere parte. Per questo non possiamo accettare una narrazione che non prenda posizione netta e chiara su quanto sta avvenendo in Palestina, rifiutando pretestuose e false sovrapposizioni tra antisionismo e antisemitismo e i generici appelli ad una indistinta idea di pace. Noi siamo con i partigiani di ieri e di oggi contro l’assurdità della guerra, contro il colonialismo, contro il genocidio e il razzismo. Il 25 Aprile è la festa di chi non chiude gli occhi, di chi non nasconde la testa sotto la sabbia. È la festa di chi si organizza e lotta. È la festa di chi sa che i “mai più” durano fintanto che c’è una forza materiale che lo rende possibile.
Per noi la giornata del 25 Aprile rappresenta una ulteriore tappa del sostegno alla causa del popolo Palestinese e al suo diritto alla Resistenza. Perché questi mesi di distruzione siano le ore più scure della notte giusto prima dell’alba. L’alba della vittoria della resistenza palestinese!».
Carmela Commodaro

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