Un dato agghiacciante è quello dei morti sui luoghi di lavoro nella civile Repubblica Italiana. Dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2023 in Italia sono morti 4.622 lavoratori sui luoghi di lavoro, la media è di 3 morti al giorno. La Deregulation a cui è stato sottoposto il mercato del lavoro ormai non consente ne controlli da parte degli organi competenti, né tanto meno diritti per i lavoratori, che molto spesso hanno forme contrattuali come quelli del cosiddetto staff leasing che entrano in quella pletora di contratti atipici dove i lavoratori sono numeri destinati a morire. Ad esempio, quando cadono da un’impalcatura, dove poi aprirà la solita indagine giudiziaria che sempre troppo tardi darà un minimo di giustizia riparativa. Su questo tema più volte è intervenuto il Presidente della Repubblica respingendo la promulgazione di alcune normative troppo vantaggiose soltanto delle aziende, che molto spesso per vincere gli appalti fanno delle offerte al massimo ribasso, andando a risparmiare sulle tutele delle cosiddette maestranze. In un momento storico dove si discute di come favorire il ravvedimento operoso di tante persone che non sono in ordine con il pagamento delle tasse, si sottraggono risorse da investire nel cercare di rendere sicuri i luoghi di lavoro. Ormai a prescindere dai sindacati e da qualche forza politica, i lavoratori in Italia sono invisibili, in un’epoca in cui si è portato a discutere di cose futili e dove la Politica non riesce più ad affrontare le questioni di fondo, ma è impegnata a discutere di Alleanze, alchimie di potere e convenienze autoreferenziali. Oggi lo spread o un aumento percentuale di occupati che non corrispondono ad una crescita dei salari ai lavoratori attribuiti, generà soltanto facili entusiasmi che non sono concretizzati da un miglioramento dei fondamentali dell’economia. Il dato sulla occupabilità non tiene in considerazione che per la prima volta si verifica un fenomeno strano, aumentano gli occupati ma non aumentano i redditi degli occupati, a dimostrazione che non ci sono più assunzioni con contratti a tempo indeterminato e che tutti questi contratti atipici servono solo per sbandierare risultati utili alla Politica, per far credere che si stia governando bene ma che non corrisponde al miglioramento della vita reale dei lavoratori.

Felice Caristo.

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