Conclusa a Cosenza l’ottava edizione del premio di poesia intitolato a “Umile Francesco Caruso”, senatore del PCI e sindaco di Luzzi per diversi anni.
A vincere due sezioni su tre è stato il poeta catanzarese Vincenzo Ursini, autore molto noto negli ambienti culturali italiani per essere anche il fondatore e presidente dell’Associazione Accademia dei Bronzi con la quale organizzato il premio dedicato ad Alda Merini.
“Quella di ieri sera, ha dichiarato Ursini – è stata una serata splendida che ricorderò a lungo con grande piacere. A vincere non sono stato io, ma la poesia più autentica e viva, quella che nasce dal cuore di ciascun poeta e si propaga nell’etere seminando importanti messaggi universali di pace e di amore fraterno. Tutto, questo, è stato possibile grazie a Myriam Peluso, presidente dell’associazione culturale “Le Muse Arte” di Cosenza, promotrice del premio intitolato al padre e al fratello Alessandro».
Ursini ha vinto la sezione “poesia in lingua” con la lirica “Tristezze vagabonde” e quella intitolata ad Alessandro con “Vieni, Signore!”. “Due poesie stupende – a parere dei presenti – che ci consegnano effettivi sentimenti di amore filiale e di vera umanità che ritenevamo ormai sopiti”.
Aperto con i saluti di Myriam Peluso e di alcuni componenti di giuria (composta, lo ricordiamo, dal prof. Antonio D’Elia, nella qualità di presidente onorario, e presieduta, di fatto, da Ada Tucci e Massimo Veltri (per la sezione in lingua) e da Ciccio De Rose (per la sezione in vernacolo), tutti coadiuvati da Armando Algieri, Maria Lucente, Maria Rosaria Vuono, Marilena Cerzoso, Giuseppe R. Succurro, Maria Virginia Basile, Franco Mollo, Sonia Vivona e Carlo Spartaco Capogreco, all’incontro hanno portato anche il saluto istituzionale i rappresentanti dell’amministrazione provinciale e del comune di Cosenza, nonché il presidente della Pro Loco di Luzzi, paese di origine del senatore Umile Francesco Peluso. Il senatore del PCI, sindaco di Luzzi per vari anni, è stato poi ricordato, con aneddoti personali, dall’artista Mario Moltanto di Castrolibero che ha realizzato e offerto a Myriam una bella rappresentazione plastica del busto di suo padre, esposta già in galleria.
Con Vincenzo Ursini sono stati premiati anche Maria Francesca Furfaro per “Libertà assassina”, e Pasquale Addisi per “Il viandante nel tempo” , mentre il premio per la “sezione dialettale” è stato assegnato, nell’ordine, a Carla Michelina Curcio, Marialuigia Campolongo e Salvatore Gazzara.
“Tristezze vagabonde” di Ursini – ha scritto la giuria – ripropone il tema della fuga da una casa che non ti accoglie e non fa scudo a tutto il male che è fuori. Bisogna allora fare fardello di tutte le sofferenze e insoddisfazioni per affrontare il fuori del mondo anche se ostile e insidioso”
“Vieni, Signore!”, lirica dedicata ai soldati dell’Ucraina con la quale Ursini ha anche vinto la sezione dedicata ad Alessandro Peluso, “è un incisivo componimento – scrive Maria Virginia Basile nella sua approfondita motivazione critica – strutturato in una terzina e tre quartine. La sua armonia rimanda, ai movimenti del respiro di un uomo – la poesia come fiato – che ha bisogno di respiro per creare completezza, ovvero per donare al lettore un significato non scisso, ma profondamente unito al suo significante. È il sogno della parola creante, che raggiunge l’orecchio e la mente con la grazia del suono di una fonte, che scivola con la leggerezza dell’acqua che pur lascia un solco. È in quella traccia, scavata dalle parole rese respiro, che le immagini sorgono improvvise, nella loro dolcezza e drammaticità, sempre visitate da una nostalgica bellezza che il poeta Vincenzo Ursini è abile a realizzare in modo naturale. La poesia è una preghiera laica, sostenuta da una delicata spiritualità, che rivela amore per il Cristo, perseguendo la speranza, della quale si fa annuncio”.
Insomma, il premio “Umile Francesco Peluso”, si è confermato come uno dei più qualificati appuntamenti di poesia del panorama letterario calabrese, ma non solo.

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