«Insieme al responsabile di zona geometra Saporito e all’ingegnere capo della Provincia Siniscalco, abbiamo fatto il punto delle possibilità di intervento. Nelle prossime ore verrà effettuato, tempo permettendo, un ulteriore sopraluogo con una ditta specializzata. L’ attenzione e l’impegno dell’amministrazione sono al massimo livello». Lo rende noto il sindaco di Squillace Pasquale Muccari in riferimento agli sviluppi della problematica che ha interessato il tratto di strada provinciale 162/2 “Girone”, nel centro storico di Squillace. Il tratto di strada che congiunge i due estremi della città è interdetta al traffico veicolare e pedonale dopo la caduta massi dal costone del castello soprastante. Intanto, Anna Maria Mungo, consigliere comunale di opposizione, rende noto che ieri ha interessato del problema il presidente della Provincia Amedeo Mormile e il vicepresidente Francesco Fragomele, con i quali si è discusso sugli interventi necessari e fattibili per consentire la riapertura della strada provinciale interessata. Il presidente Mormile, pur comprendendo il grave disagio che stanno vivendo i commercianti e i cittadini tutti, ha precisato che la tempistica dipende da molti fattori e diverse valutazioni. «Dai sopralluoghi effettuati dai tecnici della Provincia – riferisce Mungo – è stato accertato che la rete di contenimento, apposta da quest’ultima, risulta perfettamente salda e ben ancorata. Anche alla luce delle valutazioni emerse è evidente che l’immediata riapertura della strada richiede inevitabilmente il coordinamento sinergico tra Comune e Provincia. Dal canto suo, la Provincia, nella persona del presidente, ha assicurato la massima disponibilità operativa, i cui tempi e modi sono dettati dalla propria sfera di competenza. Attendo fiduciosa, quale consigliere comunale, che il sindaco Muccari inizi un vero dialogo istituzionale con la Provincia e gli consiglio di proporre soluzioni concrete e fattibili per dimezzare la tempistica anziché scaricare, come sempre, obblighi, colpe e responsabilità sugli altri».
Carmela Commodaro

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