Il momento storico che stiamo attraversando è decisivo: cambiamo oppure, nel giro di cinque anni, perdiamo la Calabria e, con essa, il Paese”. È questo il monito con cui Damiano Previtali, Dirigente Ufficio VI della Direzione Generale Ordinamenti scolastici e valutazione del sistema nazionale di istruzione, esordisce nella presentazione del suo libro “LA SCUOLA MEDITERRANEA – Una diversa narrazione e una storia nuova”. L’opera, per il suo autore, non vuole rappresentare un’idea del Sud, ma un pretesto per dialogare della scuola considerata non già come una monade, ma come dimensione fondamentale nel complessivo sistema socioeconomico e culturale. Il dialogo, del resto, ha caratterizzato l’evento tenutosi giovedì dieci novembre 2022 presso l’I.T.T. “G. Malafarina” di Soverato (CZ) su iniziativa di Cisl Scuola Calabria presente con il  segretario regionale ed i segretari provinciali. I lavori sono stati aperti dal Dirigente Scolastico del Malafarina, Saverio Candelieri che, nel fare gli onori di casa accogliendo i docenti e dirigenti (da segnalare, in particolare, la presenza di Monica LoGozzo Dirigente scolastico in servizio presso l’Ufficio VI della DGOSVI – Valutazione del Sistema nazionale di istruzione e formazione, e dei  Dirigente degli Ambiti Territoriali di Catanzaro e Cosenza,  Gullì  e Giannicola) accorsi numerosi da tutta la Regione, ha auspicato la valorizzazione di un approccio olistico nella ricerca del significato autentico del “fare scuola”, lontano da qualsiasi logica inutilmente competitiva e prossimo, piuttosto, al soddisfare le esigenze degli studenti, destinatari ultimi degli investimenti nel sistema educativo. “Il vero problema della scuola, infatti, sono gli studenti che perde”, ha ribadito Candelieri richiamando don Lorenzo Milani. Studenti che il Dirigente ha, non a caso, voluto coinvolgere attivamente nella presentazione: Alessio Gatti e Chiara De Franchis, infatti, accompagnati al pianoforte dalla prof.ssa Rachele Mesiti, hanno letto alcuni passaggi significativi del libro di Previtali. Utilizzando la metafora dello spettacolo teatrale e suggerendo, a tal proposito, un’analisi del sistema-scuola scevra di suggestioni “da platea” e densa, al contrario, di riflessioni attorno allo sforzo produttivo del “dietro le quinte”, Raffaele Vitale, Segretario Regionale Cisl Scuola Calabria, si è focalizzato sugli interventi legislativi che, a livello nazionale, hanno interessato il mondo della scuola. In una scuola sofferente per le carenze organiche e costretta, spesso e volentieri, a “rincorrere l’ordinario”, misure di sostegno meramente economico non sono sufficienti e, anzi, possono rivelarsi addirittura controproducenti, come dimostrano le esperienze pregresse abilmente messe in evidenza da Vitale. Il riferimento al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è al centro anche nell’intervento di Antonella Iunti, Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria. Citando anche Don Luigi Sturzo e la sua battaglia per affermare la questione meridionale come “pensiero generale degli italiani”, il Direttore ha sottolineato con forza l’idea che lo sviluppo del Paese passi dalla scuola e che, al contempo, il rilancio della scuola nazionale non possa prescindere da quello della scuola meridionale – anzi, mediterranea – e del Sud in generale; in quest’ottica, il PNRR chiama il mondo della scuola ad un salto di qualità notevole: l’USR è pronto a fare la sua parte affinché, per il tramite di investimenti mirati e strutturali sul sistema-scuola nel suo complesso, gli studenti possano ottenere il massimo in termini di benefico. I dati INVALSI, per il Direttore Iunti, offrono una importante chiave di lettura e devono essere affrontati come uno stimolo in più: “portando le eccellenze a sistema”, la Calabria può e deve diventare un esempio virtuoso, in primis in termini di miglioramento. Dal canto suo, Damiano Previtali ha sottolineato l’importanza di riferirsi agli INVALSI in una scuola carente di standard alternativi di riferimento, pur in un contesto di “ipertrofia dei dati ed ipotrofia delle proposte”. È questo uno dei paradossi che l’autore de “LA SCUOLA MEDITERRANEA” ha messo in evidenza, testimoniando come, nelle periferie educative del Paese, la scuola rimanga comunque l’unico presidio culturale, a fronte della crisi della dimensione sociale e di quella familiare. Altro paradosso è l’incapacità di valorizzare una cultura che il mondo ci invidia, quella mediterranea, appunto.

Nel suo approccio “per inciampi”, Previtali sostiene la necessità di cambiare narrazione, abbracciando un’idea di scuola che diventi progettualità. In che modo? Aiutando i docenti a concentrarsi sull’epistemologia delle discipline, sul loro “nucleo fondamentale” prima ancora che sui contenuti: per Previtali, infatti, il contenuto sta nel metodo e, valorizzando quello, i docenti riusciranno ad entusiasmare gli studenti. Recuperando una dimensione umana, mediterranea, dunque, le competenze miglioreranno e la scuola tutta riuscirà a tirarsi fuori da questa impasse. Della necessità di rivalutare l’intelligenza creativa e le competenze non cognitive ha parlato anche la Coordinatrice dei Dirigenti Tecnici della Calabria  Loredana Giannicola, per la quale bisogna rifarsi al “pensiero meridiano”: il rilancio della scuola del Sud passa attraverso la determinazione a mettersi in gioco del sistema-scuola nel suo complesso. A conclusione di un appuntamento ricco di spunti e, soprattutto, di proposte, Paola Serafin, Segretario nazionale Cisl Scuola, ha ribadito che il sistema-scuola non possa non cogliere l’opportunità straordinaria che il PNRR offre; non bisogna, tuttavia, analizzare freddamente i dati, sovente “accetta discriminante” su realtà territoriali che bisogna conoscere in profondità. Per il Segretario occorre liberare, anzitutto, docenti e dirigenti da inutili adempimenti burocratici che finiscono per privare fondamentalmente la scuola della sua “leadership educativa”. Il divario territoriale, inoltre, può essere colmato ripartendo dalle unità di ricerca nelle singole scuole, affinché gli insegnanti e gli studenti stessi possano favorire la diffusione di una cultura il più aperta, creativa e inclusiva possibile. Emerge, in definitiva, da questa importante occasione di confronto con al centro il libro di Damiano Previtali, la necessità, per il sistema-scuola, anzi, per il sistema-Paese nel suo complesso, di farsi carico di un impegno gravoso ma fondamentale: sempre parafrasando l’autore, cambiare narrazione e scrivere una storia nuova.

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