Non può rimanere un caso irrisolto e sepolto l’omicidio del giudice Antonino Scopelliti.
Il grido si leva da Amaroni, dal parroco don Roberto Corapi, sensibile a tutti e alla pastorale della Chiesa in uscita di cui parla Papa Francesco. «Non possiamo celebrare solo messe – ha affermato don Corapi – ma bisogna che il Vangelo diventi vita per ciascuno di noi, giustizia e verità. Non può rimanere un caso messo nel dimenticatoio l’uccisione del giudice Scopelliti, grande giudice che stava facendo il suo dovere. Dopo 31 anni ancora tanti sono i silenzi e ancora tanti sono i tabù che volano nell’aria. Ma perché tanto silenzio?
Bisogna predicare e vivere la giustizia e la legalità». Secondo don Roberto, «mai più 9 agosto, mai più, perché il sangue innocente sparso grida dinanzi a Dio. Penso che l’omicidio Scopelliti debba far riflettere e debba dare uno scossone a chi sa e non parla. Amiamo la giustizia, amiamo la legalità, il giudice attraverso di noi e attraverso Rosanna, figlia cara, vuole dirci di essere sempre determinati nelle nostre cose e di essere sempre liberi per amore del Vangelo e della verità. La verità ci renderà liberi. Tutto verrà alla luce,dice il Vangelo». Concludendo la sua riflessione, don Corapi pensa che «il caso Scopelliti appartiene a tutti noi e la nostra terra di Calabria, deve essere riscattata da questa brutta piaga che è la criminalità organizzata. Coraggio, continuiamo a formare le coscienze e a saper chiamare le cose col proprio nome».
Carmela Commodaro

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