l vescovo Antonino Staglianò, 63 anni è il nuovo presidente della Pontificia Accademia di Teologia. A dare l’annuncio, stamani in una Cattedrale siciliana gremita, è stato lo stesso presule. Commentando la bolla della segreteria di Stato a firma del cardinale Pietro Parolin, letta dal cancelliere Forgione, Staglianò ha espresso gratitudine «per la fiducia del Santo Padre», sottolineando che la nomina rappresenta in qualche modo «un giudizio bello, positivo e significativo per l’opera svolta in 13 anni» di servizio episcopale a Noto. Un riconoscimento che arriva all’indomani della nomina del vicario generale Angelo Giurdanella a vescovo di Mazara del Vallo, e che abbraccia l’attività diocesana a tutto tondo. È un giudizio positivo e bello – ha aggiunto Staglianò – «per la predicazione del Vangelo, per l’opera della carità, e anche per il tentativo fatto nella nostra Chiesa locale di inventare, nel senso di scoprire, nuove forme di comunicazione» al servizio del Vangelo. «Noi – ha proseguito il vescovo di Noto – la chiamiamo “pop theology”». Si tratta come noto di un progetto che punta a far incontrare soprattutto i giovani con la Buona Notizia, usando il linguaggio del loro mondo, nel quale un posto speciale è occupato dalla musica, Popolare o pop, appunto. «Come metodo si può annunciare il Vangelo e lo si può fare magari anche con più sentimento, più emozione, incidendo di più nella fantasia e nell’immaginazione – ha aggiunto Staglianò ieri – cantando una canzone». E non si tratta dell’idea stravagante di un pastore ma di un approfondito itinerario di ricerca e studio, confluito già oggi in oltre 20 libri. «Chi è preoccupato di veder scadere la teologia a banalità e volgarità melodico-pop, vada a leggersi qualcuno di quei volumi». Ma c’è di più. Nominandomi – ha continuato il vescovo di Noto –, il Papa intende che «io possa, lavorando sodo, portare l’accademia, la scienza teologica nel popolo di Dio». Detto in altro modo: «se la teologia resta nelle sue torri d’avorio accademiche e viene ridotta alla condizione professorale, buttiamo via una grossa fetta della missione, del compito del teologo, che è quello di evangelizzare offrendo nuovi nomi, nuove parole per dire l’amore che Dio è dall’eterno». Una chiamata che oggi si inserisce nel «vero» dramma del nostro «cattolicesimo credente», cioè «la rottura tra fede e cultura, tra verità e storia, tra fede e ragione». Uno dei principali compiti dell’Accademia consiste dunque – come spiega lo stesso sito dell’organismo vaticano – «nella comprensione della verità rivelata e nella sua presentazione agli uomini di oggi, affinché recepiscano il messaggio di Cristo e lo incarnino nella propria vita e nelle loro culture, come sorgente inesauribile di rinnovamento, sia nel campo della fede, sia nel campo della morale». Monsignor Staglianò è nato Isola di Capo Rizzuto, arcidiocesi di Crotone – Santa Severina, il 14 giugno 1959. Ordinato presbitero il 20 ottobre 1984, è stato eletto alla sede vescovile di Noto il 22 gennaio 2009, ricevendo la consacrazione episcopale il 19 marzo successivo. Ha insegnato Teologia sistematica all’Istituto Teologico Calabro e Teologia fondamentale alla Pontificia Università Gregoriana.

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