Giovedì 16 giugno, dopo la solenne concelebrazione eucaristica nella Basilica dell’Immacolata di Catanzaro, presieduta dall’Arcivescovo Claudio Maniago, si è svolta la tradizionale processione eucaristica lungo le vie del centro storico cittadino.
L’ostensorio con il Santissimo Sacramento, retto da monsignor Maniago sotto il rituale baldacchino, è stato accompagnato dai sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, dai fedeli provenienti da parrocchie, associazioni, confraternite, gruppi e movimenti ecclesiali, tutti raccolti attorno al mistero dell’Eucaristia.
Nel corso della Celebrazione, l’Arcivescovo ha ammesso tra i candidati agli ordini sacri il seminarista Simone Samà della Parrocchia Sant’Agazio Martire di Guardavalle.
Monsignor Maniago, durante l’omelia, ha rivolto parole di speranza e di esortazione ai tanti fedeli che hanno affollato la Basilica: “Questa celebrazione eucaristica e la processione che seguirà, è un po’ la sintesi e la conclusione del cammino sinodale fatto come diocesi, in comunione con tutta la chiesa italiana e universale e mette davanti al Signore i propositi e le attese della nostra comunità diocesana per il proseguimento del cammino nei prossimi mesi”. “Questa celebrazione e la processione – ha rimarcato il presule- vogliono anzitutto proclamare la presenza del Signore vicino alle nostre case e nei nostri cuori, vicino a tutte le gioie e le fatiche della gente che abita la nostra città e i nostri paesi, vicino in particolare a quanti soffrono nel corpo e nello spirito. Finché qui si celebrerà l’eucaristia sarà presente la grazia del Signore che salva e che consola. Dall’eucaristia celebrata nelle nostre chiese deve scaturire sempre un coraggio e una fiducia nella vita di ogni giorno che valga a contrastare ogni gesto o momento di degrado. Non siamo soli, il Signore vede ogni cosa, legge nei cuori, ci fa compagnia anche nei momenti oscuri della vita”. “Il nostro cammino di questa sera con il Signore tra noi – ha esortato Maniago – ci chiama dunque a sperare e a operare, a vincere il male col bene, secondo l’esempio di Gesù. Pensiamo qui a tutte le sofferenze dell’umanità a causa delle guerre, delle migrazioni forzate e della fame. Occorre contrastare tutto questo male vincendolo anzitutto nei rapporti di ogni giorno nell’ambito della famiglia, della scuola, del paese, del quartiere e della città e contribuendo così a creare quella comunità alternativa che viene costituita da relazioni fondate sulla gratuità, sull’accoglienza e sul perdono”.

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