Il legame fra l’ITT “G. Malafarina”, brillantemente presieduto dal Dirigente Domenico Agazio Servello, e l’Erasmus è oramai consolidato: grazie al sapiente coordinamento della prof.ssa Savina Moniaci – nominata di recente, tra l’altro, proprio ambasciatrice Erasmus+ – l’Istituto soveratese è pioniere (sul territorio e non solo) anche nell’ambito delle mobilità internazionali, offrendo periodicamente a docenti ed allievi l’opportunità di viaggiare e di imparare a conoscere sé stessi oltre che culture nuove. L’ultima esperienza, in ordine di tempo, ha condotto la delegazione dell’ITT “G. Malafarina” – composta dalle docenti Francesca Migliarese e Antonella Morrone e dagli studenti Giorgia Carioti, Benedetta Chiefari, Samuele Mazzucco, Pietro Naso e Laura Scino – in Romania. “Culture Is Our Wings”, mobilità Erasmus+, ha un nome che è tutto un programma: le scuole coinvolte, infatti, hanno l’opportunità di spiegare le ali per andare oltre i confini fisici e geografici, con l’obiettivo di instaurare, con cose e soprattutto persone, legami indissolubili capaci di durare per sempre. Dal quindici al ventuno maggio 2022, infatti, la delegazione italiana, insieme a quelle provenienti da Olanda, Spagna e Turchia, è stata ospite del team romeno, per uno scambio breve ma intensissimo, mirato alla condivisione di valori e alla realizzazione, costruzione, creazione di un profondo e duraturo sentimento di fratellanza tramite la mutua conoscenza di identità culturali e tradizioni. Lunedì sedici maggio, la delegazione romena, coordinata dalla prof.ssa Mirandolina Matei, ha accolto gli altri gruppi nel Colegiul National “Ion Caragiale” di Moreni, presieduto dalla Dirigente Scolastica Maria Cristina Florea: con lo “start” delle attività, è cominciato il quinto ed ultimo step del Progetto, che ha coinvolto, negli ultimi anni e a dispetto delle note difficoltà internazionali, decine di insegnanti e studenti provenienti da ogni angolo del Continente. I ragazzi hanno esordito presentando i “saperi legati ai sapori” dei propri Paesi e, successivamente, hanno dato il via ad una coinvolgente serie di performance in cui ciascuno metteva in luce canzoni e balli popolari. Il giorno seguente, le delegazioni sono partite alla volta della Transilvania e, in particolare, del Castello di Vlad III di Valacchia, meglio noto col nome di Dracula; accogliendo annualmente migliaia di turisti, il Castello è senz’altro una delle maggiori attrazioni turistiche della Romania e conserva intatto un fascino irresistibile, carico di mistero e suggestione. Costruito tra il 1377 e il 1388, a strapiombo su un dirupo al confine tra la Valacchia e la Transilvania, l’importante monumento nazionale ispirò l’autore irlandese Bram Stoker per la creazione di “Dracula”, capolavoro della letteratura gotica. L’antica fortezza è un vero e proprio labirinto, con angusti corridoi che conducono gli avventori alla scoperta delle numerose stanze del Castello: queste, arredate in pieno stile medievale, fanno rivivere i tempi in cui il sito era ancora abitato. Le delegazioni sono rimaste folgorate, in particolare, dagli ambienti dedicati alla leggenda di Vlad L’Impalatore: inquietante tanto quanto suggestivo è stato osservare da vicino gli strumenti di tortura usati per vessare i prigionieri, prima che questi fossero trascinati nel cortile centrale del Castello, dove erano poi sottoposti a un sommario processo, con l’accusa di eresia, e spesso e volentieri uccisi. In questa fortificazione che, dall’alto del precipizio su cui si erge, domina il paesaggio circostante, leggenda e realtà s’intrecciano in un mix di horror e tradizione capace di far accapponare la pelle anche ai visitatori più impavidi. Sopravvissute alla full immersion “vampiresca”, le delegazioni si sono trasferite a Brașov: circondata dai Carpazi, questa cittadina si trova esattamente nel cuore della Transilvania. La località è nota per le mura e le roccaforti sassoni, per l’altissima Chiesa Nera in stile gotico e per i tanti caffè che ne movimentano il centro abitato. Un’attenzione particolare è stata riservata alla piazza, Piaţa Sfatului, situata nel centro storico e circondata da splendidi e coloratissimi edifici. La giornata successiva, per quanto priva di incontri ravvicinati con vampiri, è stata altrettanto adrenalinica: protagonisti delle attività, infatti, sono stati gli sport più praticati e i giochi popolari tipici dei Paesi del partenariato. Storia, pratiche sportive e tradizioni locali si sono mescolate in un gioioso susseguirsi di competizioni improntate sullo spirito di collaborazione e sulla ricerca della serenità. Giovedì 19 maggio, invece, le delegazioni hanno visitato Targoviste, cittadina con un’enorme importanza storico-letteraria. I gruppi, in particolare, hanno scoperto l’affascinante Museo degli scrittori di Dâmbovița e una mostra ospitata nella dimora del noto autore Ioan Alexandru Brătescu-Voinești. In questa occasione, tra l’altro, docenti e allievi hanno avuto modo di approcciarsi alla dinastia dei letterati della famiglia Văcărescu e di varcare le porte di Brătescu-Voinești la Scuola degli scrittori di Targoviste. Le delegazioni, più tardi, hanno visitato il Museo dell’evoluzione dell’uomo e della tecnologia nel Paleolitico, dove sono attentamente conservati oggetti risalenti ad oltre diecimila anni orsono e rinvenuti in territorio romeno: una vera e propria macchina del tempo, insomma, capace di fare attraversare ai visitatori i secoli e di farli sentire come alle origini della vita umana. La giornata si è conclusa con i ringraziamenti di rito, la consegna dei certificati e, soprattutto, con l’ormai classico party di “arrivederci”, occasione per cantare, ballare e divertirsi tutti assieme, fra un sorriso di gratitudine e più di una lacrima commossa. Le delegazioni, però, messi via i fazzolettini, sono andate a letto presto. L’ultimo giorno, infatti, è stato dedicato alla scoperta di Bucarest, la meravigliosa capitale della Romania, che offre ai visitatori un mix architettonico sorprendente in quanto a varietà: dalle ville borghesi, espressione del massimo splendore del Paese, alle gigantesche costruzioni di foggia, testimoni dei capitoli più oscuri della storia romena. Estremamente affascinante, inoltre, è stata la visita al Parlamento, alla città vecchia e a Victory Way: Bucarest si conferma una città stupenda, ricca di spunti di riflessione ma anche di occasioni di divertimento. Purtroppo, come tutte le cose belle (che, alla fine, non sono affatto cose), anche questa esperienza è giunta al termine: sabato la commozione e la speranza di ritrovarsi presto hanno rubato la scena alle parole. La consapevolezza, rafforzata, è quella di vivere, in fondo, sotto lo stesso cielo, il cielo dell’Europa. La cultura, materia con cui si forgiano le ali che ci permettono di volare alto in esperienze come questa, vince su tutto, anche e soprattutto sulla guerra. Duemilacinquecento anni fa, Platone (Timeo, 86-87), scriveva parole attualissime: “[…] malvagio nessuno è di sua volontà, ma il malvagio diviene malvagio per qualche prava disposizione del corpo o per un allevamento senza educazione”. Insomma, l’uomo non nasce cattivo: lo diventa quando non conosce altro che male. È tutto un fatto culturale e l’Erasmus, come al solito, indica la strada: l’educazione, lo studio, il viaggio sono le uniche armi che bisogna imbracciare con fierezza. Occorre continuare, dunque, a parlare il linguaggio universale dell’amore e, sulle ali della cultura, costruire un futuro degno di essere vissuto.

Prof.ssa Antonella Morrone

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