CATANZARO – “L’approvazione della proposta di legge regionale per l’integrazione tra l’azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” e l’azienda ospedaliera-universitaria Mater Domini è una buona notizia nell’essenza, anche se contestabile nel metodo con cui si è arrivati alla definizione di questa pratica fondamentale, senza alcun coinvolgimento dei tanti soggetti istituzionali che si muovono attorno a queste realtà. Ma da tempo la Cgil considera questo passo come necessario e improcrastinabile”. E’ quanto afferma Enzo Scalese, segretario generale della Cgil Area Vsta Catanzaro-Crotone-Vibo. “Ad oltre venti anni dall’istituzione dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, è il momento chiedersi seriamente cosa rappresenta questa Istituzione così prestigiosa per il Capoluogo di regione in particolare e per tutta la regione in generale – afferma ancora Scalese – dallo sviluppo e dall’integrazione con il territorio, prima di tutto, potranno nascere ricadute economiche e sociali importanti nella direzione della crescita culturale di tutta la Calabria. E’ il momento, quindi, di andare oltre gli orizzonti del quartiere Germaneto e le posizioni delle figure che ruotano attorno al rettorato. Fatta la legge per l’integrazione, ora va riempita di contenuti che vadano oltre l’unificazione di reparti, personale e primariati. Bisogna ragionare anche del futuro dell’Università e nello specifico della Facoltà di Medicina: se l’attuazione dell’integrazione non sarà reale ed effettiva, per carenze burocratiche e amministrative che ne potrebbero inficiare la legittimità, sarebbe messo a repentaglio l’accreditamento delle Scuole di specializzazione medica, indebolendo di fatto l’Università Magna Graecia. Nel processo di attuazione devono essere coinvolti tutti gli attori sociali e istituzionali affinché si possa favorire e affermare la centralità del sistema universitario, un sistema che deve essere il più integrato possibile. Noi – conclude Scalese – faremo la nostra parte assieme alle categorie di riferimento per dare un contributo fattivo alla soluzione di problemi che potrebbero eventualmente emergere, per evitare di vedere ancora una volta bocciata la legge dalla Corte Costituzionale”.

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