Il disegno di legge costituzionale che riforma l’articolo 58 della Costituzione, abbassa da 25 a 18 anni l’elettorato attivo per Palazzo Madama.
Questa riforma invalida l’articolo 58 della Costituzione introducendo al primo comma un semplice prolungamento dell’articolo che è così concepito “ dagli elettori che hanno superato il venticinquesimo anno di età sono soppresse”. Da notare come l’eleganza della legislazione costituzionale espressa dai Costituenti sia diametralmente opposta al bizantinismo del linguaggio legislativo espresso dal legislatore ordinario. L’altro vulnus di questa riforma è che la legge nonostante la maggioranza ampia che sostiene il governo Draghi potrà essere promulgata fra tre mesi, per consentire in questo tempo, l’eventuale svolgimento di un referendum costituzionale (se richiesto da un quinto dei Parlamentari di ciascuna Camera, cinque Consigli Regionali o 500.000 elettori) dal momento che alla Camera ‘in terza lettura’ il provvedimento non ha ottenuto i due terzi dei consensi dell’assemblea.
La particolarità inoltre di questa riforma è che è vero che consentirà di partecipare al voto circa 4 milioni di giovani, facendo a tutti risultare ipocritamente che dia più spazio e più forza alle nuove generazioni; non intervenendo per completare la riforma di concedere la possibilità ai giovani di essere protagonisti delle Istituzioni, cioè della possibilità di essere eletti in Parlamento, introducendo l’equiparazione dell’elettorato passivo a 25 anni anche per il Senato.
L’ipocrisia di fondo è dovuta al fatto che si concede a questi 4 milioni di giovani di poter votare senza concedergli lo status giuridico più importante che è quello di poter essere votati. In prospettiva bisognerà anche vedere come questa modifica costituzionale si potrà conciliare con il precetto costituzionale che il Parlamentare-deputato viene eletto su base circoscrizionale-nazionale mentre il parlamentare senatore senza una ulteriore modifica costituzionale viene eletto su base circoscrizionale-regionale ecco perché i costituenti avevano previsto un suffragio universale diverso dal corpo elettorale che eleggeva i Senatori dal corpo elettorale che elegge i Deputati.
Felice Caristo

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