Stamattina sono state eseguite dal Commissariato di Pubblica Sicurezza di Paola, in provincia di Cosenza, due misure cautelari degli arresti domiciliari nei confronti di M.R., 73 anni, ritenuto responsabile dei reati di prostituzione minorile e di detenzione di materiale pedopornografico in danno di due ragazze minorenni, nonché nei confronti di V.O., 72 anni, nonna delle minori, accusata di tentata estorsione nei confronti di M.R.. La richiesta di misura cautelare, emessa dal Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro, Filippo Aragona, è stata emessa all’esito di una lunga e articolata attività d’indagine svolta dal personale della Polizia di Stato in servizio al Commissariato di Pubblica Sicurezza di Paola, sotto la direzione del Sostituto Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Saverio Sapia, e con il coordinamento del Procuratore Aggiunto Giancarlo Novelli e del Procuratore Capo Nicola Gratteri.
L’attività d’indagine ha avuto inizio nel mese di settembre 2020, in seguito al tentativo di suicidio realizzato da una delle minori coinvolte, nei pressi della Stazione Ferroviaria di Paola. La ragazza aveva tentato il suicidio esasperata dalle dicerie sul suo conto messe in giro da alcune coetanee e riguardanti i suoi presunti rapporti sessuali con persone anziane.
Da questo episodio, per il quale sono stati anzitutto interessati i servizi sociali, è scaturita l’attività d’indagine, dalla quale è emerso che effettivamente M.R. avrebbe compiuto atti sessuali a pagamento con la ragazza che, diventata maggiorenne, si è trasferita lasciando Paola con la sorella più piccola, ancora minorenne.
Grazie all’attività di riscontro, consistita in numerose intercettazioni telefoniche e ambientali, in pedinamenti e appostamenti e nella perquisizione realizzata a carico dell’indagato, gli investigatori hanno constatato come gli incontri tra M.R. e la più piccola delle minori avvenissero con modalità analoghe a quelle successivamente confessate dalla sorella maggiore: passeggiate in auto in zone appartate del lungomare di Paola e nei parcheggi isolati di un noto centro commerciale della zona, finalizzate a compiere atti sessuali con la ragazza, la quale, provenendo da una famiglia disagiata, era costretta a cedere alle richieste dell’anziano dietro il corrispettivo di soldi o di regalie varie che andavano dalle poche decine di euro, alle sigarette e ai vestiti sino a generi alimentari di prima necessità e di risibile valore economico (per esempio confezioni di uova, di latte).
L’indagato avrebbe, inoltre, indotto le ragazze a realizzare alcuni scatti intimi, per poi farseli inviare sul suo cellulare, realizzando così il reato di produzione di materiale pedopornografico. Inoltre, dato di ulteriore allarme, in più circostanze avrebbe chiesto alla madre delle minori di poter avere fotografie che ritraessero la terza figlia, di soli 5 anni.
Nel corso delle indagini, in particolar modo dalle intercettazioni, è emerso uno spaccato di vero e proprio degrado morale della famiglia delle ragazze, conviventi anche con la nonna. Quest’ultima, in particolare, nel momento in cui ha appreso della presunta attività delittuosa realizzata dall’anziano nei confronti delle ragazzine (perché sentita come persona informata sui fatti), anziché preoccuparsi di quanto accaduto e cercare di allontanare dall’anziano la nipote minorenne ancora convivente con lei, avrebbe permesso la continuazione delle frequentazioni, prendendo la palla al balzo per realizzare un vero e proprio tentativo di estorsione ai danni di M.R.
Inizialmente avrebbe chiesto una somma di denaro all’indagato in cambio di una sua testimonianza favorevole volta a salvarlo da quella che lei definiva una sicura condanna. A fronte del rifiuto opposto da M.R., l’anziana avrebbe cambiato drasticamente tono, minacciando M.R. di aggravare la sua testimonianza – già sfavorevole – qualora non gli avesse fornito il denaro richiesto.
Peraltro, il ruolo di V.O. nel corso delle indagini si sarebbe caratterizzato sempre per una forte ambiguità, avendo spesso accompagnato la nipote più piccola agli incontri con l’indagato, che si concludevano quasi sempre con la consegna di sigarette e generi alimentari di prima necessità che M.R. elargiva a entrambe.
L’uomo, inoltre, per come da lui stesso dichiarato nel corso delle intercettazioni, avrebbe più volte cercato di sviare i sospetti sulla reale natura dei rapporti con la minore incontrandola insieme alla nonna al fine di accreditarsi, agli occhi dei terzi, come amico di famiglia.
Nella mattinata odierna M.R. e V.O. sono stati posti agli arresti domiciliari e la ragazza ancora minorenne coinvolta, insieme alla sorella più piccola, sono state affidate alle cure di una Casa famiglia.

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