Intervenire su lotti funzionali, per quanto riguarda le infrastrutture e l’alta velocità, significa non voler portare nella nostra Regione l’alta velocità, ma soltanto portare innovazione per velocizzare la mobilità esistente.
Il Recovery Plan dovrebbe partendo dal Sud finanziare grandi opere che all’interno di una visione di Paese generi uno sviluppo che necessariamente deve partire dalle aree più in ritardo di crescita.
Bisogna incentivare la Portualità nella bozza del Piano è completamente assente il Porto di Gioia Tauro, il più grande Porto di Transhippement con più alta movimentazione di TEU.
Nel Recovery il Porto di Gioia Tauro dovrebbe essere considerato la più grande infrastruttura di collegamento tra l’Europa e il Mediterraneo.
La Zona Economica Speciale meriterebbe un sostegno finanziario più cospicuo da collegare alla portualità minore calabrese.
L’efficientamento energetico riguarda soltanto la portualita dello Stretto di Messina.
Nel Recovery Plan è completamente assente a livello di interventi innovativi e di completamento di infrastrutture l’Autostrada A2 ed il Corridoio Ionico.
Manca completamente una messa in sicurezza dell’Autostrada A2 per fare un esempio di Smart Road.
La dorsale ionica dove è già finanziata l’elettrificazione Catanzaro Lido-Sibari, non è neanche accennata, come asset strategico per il collegamento delle merci, mentre la dorsale tirrenica da destinare all’alta velocità.Il Recovery Plan, si basa su tre parametri stabiliti dagli Stati Membri: numero di abitanti, tasso di disoccupazione, PIL pro-capite da calcolare in maniera inversamente proporzionale.
Questi parametri hanno consentito all’Italia di ottenere 209 Miliardi sui 750 disponili.
La distribuzione doveva toccare per il 64% al Sud, ma adesso si comincia a capire che non è così; bisogna su questi punti fare una battaglia Parlamentare non più rinviabile.
Tutta la Delegazione Parlamentare calabrese, sopratutto quella più numerosa rappresentata dal Movimento 5 Stelle, su questi temi dovrebbe portare avanti una battaglia a favore di un territorio quello calabrese, che rischia di condannarsi definitivamente alla marginalità.

Felice Caristo

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