«Sono stati giorni intensi quelli trascorsi.
Giorni in cui sono stata protagonista mio malgrado di un susseguirsi di articoli di giornale che mettevano in piazza ciò che invece avrebbe dovuto rimanere un sano dibattito politico all’interno di un partito. La mia amata Chiaravalle ha dovuto assistere alla peggiore delle scene politiche, figlie di una logica di altri tempi.
Non ho risposto e non risponderò alla miriade di cattiverie ed infamie che sono state dette con altre cattiverie ed infamie. Voglio comunicare con questa lettera la mia decisione.
Vi voglio semplicemente rendere partecipi della mia scelta in quanto ciò che è accaduto è sotto gli occhi di tutti ed ognuno si è già fatto una propria idea. Credo fortemente che ciò che rende forte una persona è la capacità di scegliere ed io nel bene e nel male nella vita ho sempre scelto.
Avere il coraggio delle proprie scelte e assumersene la responsabilità. Solo così ci si può ritenere veramente delle donne e degli uomini liberi.È doveroso da parte mia prima di tutto soffermarmi sulle tante attestazioni di solidarietà, vicinanza politica ed umana nonché sui piccoli gesti ricevuti da persone semplici oltre che da dirigenti politici e da figure istituzionali del partito a tutti i livelli.
Con questa lettera vorrei ringraziare ognuno di loro perché con le bellissime parole spese sulla mia persona mi hanno fatto capire che il percorso intrapreso è comunque quello giusto e che la politica, come dice un mio caro amico, “è un’altra cosa “e, a questo punto, che anche io, permettetemi di dire, “sono un’altra cosa”.
Raccogliendo tutto questo sentimento ho deciso oggi di fare questa pubblica dichiarazione perché è grazie ad ognuno di loro, infatti, che ho ancor di più consapevolezza di appartenere ad una comunità politica nella quale resiste ancora il senso del rispetto delle persone e il rifiuto di ogni discriminazione.
Ho potuto constatare che, insieme a me, tantissime persone perbene non si piegano all’idea dell’uso distorto delle regole per puro fine di lotta politica e di discriminazione dell’altro che sacrifica senza voltarsi indietro anche “un compagno” iscritto allo stesso partito.
Ho potuto accertare che le persone disposte ad impegnarsi per il bene comune e ad abbracciare l’idea della buona politica e della partecipazione condivisa e democratica, sono la maggioranza, nemiche di ogni personalismo e di ogni “senso di proprietà” che negli anni ha procurato solo guasti, facendo allontanare tante persone e soprattutto tante ragazze e ragazzi e che ha soprattutto fatto perdere l’occasione ad una intera generazione di scrivere il futuro di Chiaravalle e dei chiaravallesi.
Credo profondamente nelle idee di rinnovamento, nell’idea che chi fa politica e sceglie di farla deve stare vicino alla comunità che ha l’onore di rappresentare ma soprattutto deve guardare ai bisogni di quelle persone.
Questo sicuramente implica “sottrarre tempo alla propria professione, alla propria famiglia e ai propri figli” così come dichiarato, in maniera esemplare da Lucia Bongarzone e Teresa Esposito, rispettivamente Responsabile Nazionale Pari Opportunità e Responsabile Regionale Democratiche.
Ma è doveroso non delegare a qualcun altro il proprio futuro.Non ho mai dato importanza al “titolo da mostrare”, alla nomina da proteggere, all’incarico pubblico da difendere ad ogni costo, anche al prezzo di offendere le persone con gesti che non si possono ascrivere alla dialettica civile ed educata.
Ciò a cui credo è invece che le idee e la passione politica debbano esprimersi in modi diversi dando importanza alla comunità e non al proprio interesse personale.
Non ritengo che per fare ciò sia necessario una carica credo invece sia possibile farlo anche da semplice iscritta e non necessariamente da dirigente.
Anzi, per certi aspetti, servire la propria collettività senza cariche può essere ancora più radicale e rivoluzionario. Non sono di certo io a non vivere più e a non respirare più se non sarò protagonista, il palcoscenico scelgo di lasciarlo ad altri sempre se, ovvio, sapranno conquistarlo.
Questa triste pagina, mi ha fatto venire in mente un avvenimento tramandato dall’antichità che riporta al bellissimo agire di una donna, madre fiera che di fronte ad un figlio conteso rabbiosamente da un’altra donna e di fronte al pericolo di un Re astuto che decide di tagliarlo a metà al fine di capire chi è la vera madre, decide per il bene del figlio di tenerlo in vita rinunciando alla sua metà.
Credo fermamente che nella vita di ciascuno ci sono momenti in cui, come quella madre del racconto biblico, debba prevalere la saggezza per il bene comune.
Ciò non significa rinunciare o piegare la testa di fronte alla prepotenza e all’arroganza altrui bensì significa preservare un’idea di un’esperienza collettiva, organizzare le forze in campo, lavorare da subito per allargare e per aggregare tante altre persone con le quali condividere le proprie convinzioni, restando in campo con più forza e determinazione.
Per tali motivi, per il bene della mia collettività e del mio partito, rinuncio volontariamente all’incarico di segretario cittadino del Pd.
Un incarico assegnatomi nell’ultimo congresso dalla maggioranza degli iscritti dell’assemblea ed è a loro che mi rivolgo il mio senso di gratitudine nell’avermi dato l’onore di guidare il partito nella nostra comunità. E anche in questo caso scelgo con questo gesto di essere un’altra cosa.
Scelgo di mantenere fede alle mie idee, scelgo di contrastare il passato e la conservazione e scelgo di ritornare ad essere una semplice iscritta e militante di questa splendida comunità che è rappresentata dal Partito Democratico».
Emanuela NERI

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