CATANZARO, – L’avvio dei corsi di recupero, anche in Calabria costituisce un banco di prova per la riapertura vera e propria delle scuole. “In questa fase – spiega Teresa Agosto, dirigente del liceo scientifico Fermi di Catanzaro – i numeri e gli spazi sono tali da poter consentire la presenza di tutti. Cosa diversa per la ripresa del 24 per la quale abbiamo chiesto alla Provincia ulteriori locali, perché il numero degli iscritti è tale da costringerci, a causa della distanza di sicurezza da tenere, ad avere aule in più”. Le scuole che hanno previsto da subito la presenza degli studenti hanno posizionato la segnaletica orizzontale e su ogni porta le istruzioni di comportamento previste nei Dpcm omologando bagni e aule con le distanze. Ad ogni punto di accesso è presente il dispenser del disinfettante. Ma quando le aule torneranno ad affollarsi le distanze, inevitabilmente, si ridurranno.
La ripresa di contatto reale con la scuola, comunque, è stata ben accolta dai ragazzi. “Era ora – ha spiegato Sofie in attesa di entrare – sentivamo il bisogno di tornare con i nostri compagni ed io, nonostante tutto, mi sento serena”. Anche la mamma che l’ha accompagnata concorda: “Sono stati lontani dalle aule fin troppo. Certo, un po’ di timore c’è sempre, anche perché i contagi stanno salendo, ma non possiamo vivere nella paura. Ci stiamo organizzando anche per il trasporto ed evitare che viaggino con mezzi pubblici affollati”. C’è, infatti, chi proviene da comuni distanti e stanno studiano sistemi alternativi al trasporto pubblico. “Abbiamo pensato, se riusciamo ad organizzarci in numero sufficiente – spiegano alcuni genitori – di noleggiare un piccolo autobus per una decina di ragazzi”.
“Abbiamo lavorato tutta l’estate senza interruzione per organizzare i corsi di recupero – ha detto Teresa Agosto – preferendo farli in presenza per dare l’opportunità ai ragazzi di riprendere una relazione umana con i loro docenti dopo la didattica a distanza. Abbiamo istituito una commissione Covid che ha lavorato senza ferie questa estate per pianificare il ritorno”. La dirigente è “convinta che i giovani abbiano bisogno di risentirsi in una scuola fisica e che stabilisce rapporti umani e relazionali che li mantiene”. (ANSA).

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