SQUILLACE – Sì alla costruzione della nuova chiesa parrocchiale di Squillace Lido, con ristrutturazione del palazzone adiacente e riqualificazione della piazza. Il consiglio comunale, presieduto da Paolo Mercurio, ha votato favorevolmente e all’unanimità, dopo la lunga serie di incontri dei giorni scorsi, tesi a trovare una soluzione alla vertenza instauratasi tra amministrazione comunale e parrocchia. Da una parte, il sindaco Pasquale Muccari che contestava la volumetria della chiesa prevista nel progetto presentato, oltre ad altre criticità, e dall’altra il parroco padre Piero Puglisi che sosteneva l’assoluta aderenza dell’opera al piano regolatore comunale. Finalmente poi è intervenuto un incontro “risolutore” tra i tecnici di parte, che hanno trovato la giusta concertazione con la riduzione della volumetria di circa 800 metri cubi e altri accorgimenti. Il sindaco, durante il consiglio, ha letto la relazione del capo ufficio tecnico comunale, architetto Antonio Macaluso, il quale ha espresso parere favorevole alle deroghe richieste, dando il via al permesso di costruire. Lungo e articolato anche l’intervento del capogruppo di “Tuttinsieme per Squillace” Oldani Mesoraca, secondo il quale «oggi questo Consiglio avrà una grande opportunità, quella di cominciare a pensare, in grande, al futuro della nostra Città, nella sua interezza. Credo che oggi il Consiglio comunale di Squillace sia chiamato a misurarsi sulla possibilità di vedere realizzata a Squillace lido un’opera che si presenta bella e rispondente, in ogni senso, a quello che è l’interesse sociale e pubblico di una comunità in espansione. Una comunità che, secondo i dati Istat, negli ultimi venti anni ha avuto un incremento demografico, seppure graduale, sempre maggiore, con una particolare concentrazione nella zona marina. Il primo gennaio del 2019, infatti, gli abitanti complessivi erano 3652. Non vi è dubbio che a dare impulso alla crescita di Squillace lido abbiano contribuito una serie di fattori, come la realizzazione di residenze turistico-ricettive, di agriturismi, di stabilimenti balneari, di ristoranti e di piccole e diverse attività commerciali». Mesoraca ha fatto un po’ di storia. «Erano gli inizi degli anni settanta – ha detto – quando venne costruita l’attuale chiesa, con l’adiacente casa canonica, i locali di ministero pastorale ed il salone parrocchiale. Tutto venne realizzato su un terreno donato, a quell’epoca, dal Comune alla Mensa Vescovile di Squillace, proprio per questa finalità. La chiesa fu trasferita dal centro storico in Squillace lido, circa mezzo secolo fa, istituita con Bolla Vescovile il 18 ottobre 1971, e costruita qualche anno dopo. Tutto era idoneo, allora, alle esigenze di quel momento e sufficiente fino a qualche anno fa. Il progetto della nuova Chiesa di “San Nicola Vescovo”, per come abbiamo avuto modo di verificare, nasce dal bisogno di realizzare una nuova struttura capace di accogliere, quindi, il sempre crescente numero di fedeli, domiciliati nella zona di Squillace lido e quelli che, a vario titolo, gravitano sulla stessa zona. Sul progetto, presentato nel mese di maggio scorso, sappiamo tutti quale dibattito si sia aperto, quante discussioni si siano fatte, quanti intromissioni esterne alla città vi siano state, quali speculazioni culturali ed ambientali si siano alimentate. Fortemente negativa, sin dall’inizio, la posizione del Sindaco, il quale ha sempre denunciato, quelle che riteneva fossero le criticità del progetto. Pian piano il dibattito si è affinato, i toni si sono abbassati, il buon senso ha prevalso e le parti hanno cominciato a parlarsi. Abbiamo seguito, in questi ultimi giorni, le varie proposte fatte dall’amministrazione comunale nel tentativo di spostare il nuovo luogo di culto in zone limitrofe, ma che senso avrebbe avuto? Al di là delle questioni tecniche, la Chiesa sorge per rispondere ad una domanda dei fedeli, che vedono in quel posto la vera “agora”, la piazza, di antica memoria. Da quello che abbiamo accertato, la nuova Chiesa parrocchiale è stata progettata, avendo come riferimento i parametri stabiliti dalla Conferenza Episcopale Italiana. Parametri e misure che, a conclusione di una qualificata Conferenza dei servizi, proposta, in modo responsabile dal sindaco, frutto di una costruttiva concertazione, tanto auspicata dalla Curia, sono stati rivisti ed adeguati secondo le richieste fatte dal Comune ed accettate dal Parroco Don Piero Puglisi, dopo averle, ovviamente, sottoposte al parere dell’Arcivescovo Mons. Vincenzo Bertolone. Una conclusione che sottolinea, ancora una volta, come la comunità di Squillace sia una ed una sola. Il progetto, che resta, nel complesso, quello originario, richiama la pianta centrale della chiesa esistente, e rivolge, opportunamente, l’ingresso principale verso il quartiere e non verso la strada statale. L’ampio sagrato, cioè la parte esterna antistante la porta d’ingresso, sarà pavimentato ed arredato con alberi e panchine riservate alla sosta ed assieme al giardino che sorgerà ai lati, costituiranno un punto d’incontro per adulti e ragazzi in un posto privo di ogni struttura di aggregazione sociale. La Croce posta sul campanile, collocata nella facciata rivolta ad est, potrà essere vista dalle strade interne dell’intero quartiere e poi da quanti attraverseranno la strada statale “106”. Si tratta di un progetto moderno fatto da specialisti di provata esperienza. Per quanto attiene l’aspetto delle certificazioni, sappiamo che il progetto ha il certificato di destinazione urbanistica rilasciato dal Comune di Squillace in data uno febbraio 2017, in cui è specificato che l’area è idonea alla realizzazione di edifici destinati ad attività di religione o di culto, che sono qualificati dalle vigenti norme come opere di urbanizzazione secondaria. Il rivestimento in pietra di una parte della Chiesa che ci sembra essere proprio un modo originale di fare un collegamento storico, ideale e materiale, con il nostro castello normanno, quasi a volersi guardare per agevolare un migliore dialogo tra centro storico e zona marina. E poi, è previsto l’inserimento, nell’ambito dell’opera, di segni evidenti della nostra storica ed artistica ceramica, che sarà frutto del lavoro e dell’impegno dei nostri giovani artigiani. La costruzione, inoltre, della piccola chiesa da poter utilizzare nei giorni non festivi, ossia per un numero di partecipanti minore alle funzioni religiose, evitando così spese inutili, è il segno di una progettazione che guarda con attenzione anche al risparmio energetico. Con il nostro voto, se diremo sì, signor sindaco e signori consiglieri, avremo la possibilità di dare il via all’apertura di un grande cantiere, già finanziato, per oltre due milioni di euro. Per questo motivo, sentiamo di ringraziare, come cittadini e come consiglieri comunali, S.E. Mons. Vincenzo Bertolone perché, grazie al suo forte e pressante impegno in sede di Conferenza Episcopale Italiana, si è riusciti ad ottenere un finanziamento così consistente. Se voteremo compatti “sì” all’approvazione di questo progetto, si aprirà, in tempi rapidi, un cantiere, che porterà lavoro ed occupazione per i prossimi mesi a molte figure professionali del nostro territorio».
Carmela Commodaro

Indietro