AMARONI – Giornata particolare caratterizzata da sentimenti ed emozioni contrastanti ad Amaroni, dove è arrivato il nuovo parroco don Roberto Corapi. La celebrazione eucaristica è stata inizialmente presieduta dal vicario generale dell’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, mons. Gregorio Montillo. Vi hanno preso parte anche il parroco uscente, don Antonio Scicchitano e numerosi sacerdoti della forania. Tanti i fedeli presenti al rito, tra cui una delegazione di Stalettì, dove don Roberto ha svolto la funzione di parroco per 17 anni. Nell’anfiteatro N. Greee, dove si è svolta la cerimonia, c’erano i familiari di don Corapi, oltre ai sindaci di Amaroni Gino Ruggiero e di Stalettì Alfonso Mercurio con altri amministratori dei due comuni. «È una emozione, una vera gioia – ha affermato mons. Montillo – vedere la comunità parrocchiale stretta al suo nuovo parroco. Invito tutti voi a collaborare con lui. Lui è pronto all’ascolto, ama tutti. Entrerà con gioia nelle vostre case». Il sindaco Ruggiero, dando il benvenuto a don Roberto, ha promesso la massima collaborazione della comunità locale in qualsiasi iniziativa che sarà intrapresa. Il sindaco ha fatto appello al parroco perché possa dedicare tanto tempo ai giovani. Altri saluti e testimonianze sono stati portati dal sindaco Mercurio, dalla catechista Antonia Devito, da Mario Muzzì e da Rocco Devito. Oltre alla benedizione papale con un messaggio del cardinale Parolin, sono stati letti i messaggi di auguri da parte di Antonio Tarzia e don Fabio Salerno. Nel discorso di insediamento, don Roberto ha mostrato, come di consueto, il suo sorriso sottolineato dalla sua nota frase di saluto: “Cristo regni!”. «Servirò con amore la comunità – è stata la promessa del nuovo parroco – per costruire la civiltà dell’amore. Amaroni è una terra amata dal Signore». Poi il parroco ha ricordato che Amaroni è stata fucina di diversi e amati sacerdoti, come don Ciccio Laugelli, don Raimondi, don Muzzì, don Ciampa, don Conte, don Tarzia, don Salerno e don Gasparro. «Vengo qui – ha proseguito – con gioia, per essere il pastore di tutti. La linea privilegiata sarà verso i poveri, gli anziani e gli ammalati. Sarò sempre in mezzo a voi, per infuocare d’amore le anime più fredde. Chiedo la vostra collaborazione per fare squadra». «Nel paese del miele – ha concluso don Roberto – voglio essere anche io come un’ape che vola in mezzo a voi, per nutrirmi di tutte le vostre sensazioni e trasformarle in cose buone».

Carmela Commodaro

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