Le limitazioni generali alle attività economiche e commerciali emanate in questi giorni non si applicano alla gestione dei rifiuti, fatte salve diverse indicazioni, e la raccolta e gestione dei rifiuti rappresenta un “servizio pubblico essenziale” che non può essere interrotto.
La gestione dei rifiuti urbani in tutta la sua filiera (raccolta, trasporto, recupero e smaltimento), come previsto dal Codice dell’Ambiente, all’art. 177, è perciò un servizio pubblico che anche in questa situazione di emergenza sanitaria da coronavirus non deve essere interrotto.
Risulta fondamentale perciò assicurare la continuità delle attività per evitare ulteriori rischi sanitari.
Tale indicazione si riferisce a tutte le tipologie di rifiuti, sia urbani che speciali, interessando quindi tutta la gestione dei rifiuti che il Codice definisce come “la raccolta, il trasporto, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti, compresi il controllo di tali operazioni e gli interventi successivi alla chiusura dei siti di smaltimento, nonché le operazioni effettuate in qualità di commerciante o intermediario”.
Anche i centri di raccolta comunali fanno parte a pieno titolo della gestione dei rifiuti urbani e quindi sono attività di pubblico interesse ed erogano un servizio pubblico non soggetto agli obblighi di chiusura imposto dalle recenti disposizioni statali.
Lo stesso vale per gli impianti di gestione che devono poter continuare la propria attività. L’ordinanza del Presidente della Regione Calabria n. 6 del 11 marzo 2020, nell’ottica di scongiurare qualsivoglia interruzione del servizio, ha difatti disposto che i gestori degli impianti pubblici e privati di interesse pubblico continuino a trattare il rifiuto urbano conferito dai Comuni.
Per assicurare la corretta gestione dei rifiuti urbani in questo periodo di emergenza, l’Istituto Superiore di Sanità ha realizzato una guida pratica su come il cittadino debba gestire i propri rifiuti, definendo semplici regole, soprattutto per chi è in isolamento domiciliare perché risultato positivo al coronavirus o per chi è in quarantena obbligatoria.
In questi casi, ad esempio, i rifiuti non devono essere differenziati, ma vanno messi insieme nel contenitore della raccolta indifferenziata, utilizzando due o tre sacchetti resistenti (l’uno dentro l’altro).
Se invece non si è positivo né in quarantena, la raccolta differenziata continua come sempre, con l’accortezza di gettare fazzoletti usati e mascherine e guanti usa e getta di qualsiasi materiale nella raccolta indifferenziata, chiudendo bene il tutto con due o tre sacchetti resistenti (uno dentro l’altro).

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