CATANZARO – Un incontro formativo finalizzato a ricondurre sul giusto binario l’informazione relativa al Coronavirus 2019-nCoV, isolato recentemente in Cina, appartenente a una vasta famiglia di virus che causa varie malattie, dal semplice raffreddore a patologie più gravi, ma con incidenza mortale del 2 per cento, in particolare su pazienti con condizioni generali già compromesse. E’ questo l’intento del convegno sul tema “Coronavirus. Cosa c’è da sapere?”, promosso all’Hotel Guglielmo di Catanzaro dal “Rotary Club Catanzaro Tre Colli” e Rotary Club Catanzaro per tentare un approccio più razionale alla problematica, sfatando miti e false informazioni e promuovendo una più sana prevenzione e analisi della situazione attuale. Al tavolo dei relatori il presidente del Rotary Club di Catanzaro, Giuseppe Mazzei, il presidente del Rotary Club di Catanzaro “Tre colli”, Vincenzo Defilippo, presidente anche di Federfarma, l’assistente del Governatore, Salvatore Perri. Tra gli interventi qualificati, oltre quello di Carlo Torti, quello del professore associato di Malattie Infettive dell’UMG, Enrico Maria Trecarichi. “Quello che sicuramente ci ha meravigliato di più è che, mentre nel mondo si contano più di 80 mila contagi, l’Italia sia al terzo posto – afferma il presidente Mazzei -. Allarmismo e panico però sono dei problemi. Dare le giuste informazioni e far capire quale sia la situazione reale è il nostro obiettivo. Quello che ci chiediamo, mentre continua a rientrare i nostri corregionali dal Nord, è: siamo pronti ad affrontare questa emergenza sanitaria? Ma stiamo soffrendo anche dal punto di vista economico per questa problematica. I cinesi hanno perso il 90 per cento del fatturato. L’auspicio è che si possa risolvere quindi al più presto il problema, ma sicuramente lo si supererà con una più corretta informazione”, ha spiegato ancora Mazzei. Dal presidente del Rotary Club Tre colli, nonché di Federfarma, De Filippo arriva un invito alla calma “per affrontare la situazione con razionalità e con la giusta consapevolezza scientifica del problema”. “La questione è seria ed importante – afferma De Filippo -. E quindi deve essere affrontata con il massimo impegno. Cambiano di ora in ora i numeri del focolaio epidemico, i cittadini sono disorientati e non sanno cosa fare, presi dal panico e spesso si rivolgono al farmacista del territorio che certo non può riceverli con mascherina e guanti, come ha fatto qualche collega. E’ opportuno dare chiarimenti sulla effettiva natura del virus, su come si manifesta, come si trasmette e come si possa prevenire e curare. Il farmacista ha il compito fondamentale di rassicurare i pazienti e sfatare alcuni allarmismi dilaganti”. La prima cosa da fare, come hanno ribadito gli esperti intervenuti, è quella di ribadire i consigli ufficiali dell’Organizzazione mondiale della sanità e l’Istituto superiore di sanità per arginare gli eccessi di panico. “Il panico rischia di diventare la vera malattia in questo periodo perché bisogna, prima di tutto, dire alle persone che questa infezione decorre in modo benigno nella maggior parte dei casi, solo circa il 2 per cento dei pazienti possono avere un esito infausto – spiega il professor Torti -. Le persone non devono immaginare che prendere questa infezione voglia dire necessariamente morire, come sembra dal panico che si è innescato. Però è anche vero che il rischio di morte è molto maggiore per le persone più fragili, quindi, per i soggetti anziani, che hanno delle cardiopatie, delle malattie polmonari, dei tumori in atto: si deve fare di tutto affinché queste categorie di soggetti fragili siano protette il più possibile e preservate dall’infezione perché è per loro che il problema è più importante, non per la popolazione sana in cui questa infezione ricorre per lo più come una influenza stagionale. Il fatto che sia più invasiva e che non esista un vaccino perché è una infezione nuova, ci dà proprio il senso delle misure quindi è proprio fare in modo di evitare che si diffonda. Le persone non si devono spaventare, i consigli che si diffondono sono motivo di maggiore sicurezza per una più efficace prevenzione. Anche il professor Trecarichi si è soffermato accuratamente sull’analisi dell’epidemia e della sua diffusione in Europa, affrontando la questione del famoso “paziente zero” di non facile identificazione e delle misure adottate per il contenimento. Come i tanti medici dell’ospedale “Pugliese-Ciaccio” che sono intervenuti hanno ribadito: la situazione è costantemente monitorata dal ministero, siamo pronti ad affrontarla. Bisogna fare attenzione ai sintomi, che in generale sono rappresentati da febbre, tosse, difficoltà respiratoria, ma prima di recarsi al Pronto soccorso è bene rivolgersi al medico di famiglia. E’ necessario a scopo preventivo osservare con particolare scrupolo le consuete norme igienico-sanitarie: lavarsi spesso e bene le mani per almeno 40 secondi, con acqua e sapone o soluzioni alcoliche; quando si starnutisce o tossisce è bene utilizzare un fazzoletto di carta, o coprire naso e bocca con il braccio, lavandosi le mani subito dopo, ma anche evitare di mangiare carne cruda o poco cotta, frutta e verdura non lavate, ed evitare di bere bevande non imbottigliate. “Diffondere corrette informazioni è utile e necessario per arginare il panico – ha concluso Perri -. I due club service Rotary in tempi non sospetti avevano già pensato di organizzare questa iniziativa. Il momento critico è arrivato, quindi, gli approfondimenti dei professionisti servono per tranquillizzarci da un lato ma, dall’altro, ci servono per capire come dobbiamo muoverci, anche per far capire meglio la situazione. Non siamo abituati a queste criticità e i social non ci aiutano nel contenere la paura: è opportuno indicare il binario giusto su cui muoversi”.

Tutte le informazioni sono disponibili sul sito del Ministero della salute, il numero si pubblica utilità è 1500.

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