CATANZARO – La città di Catanzaro vanta una storia millenaria, ma purtroppo le tracce della sua storia antica sono quasi del tutto scomparse e quelle che rimangono, spesso, sono vittime di un inquietante stato di abbandono. In questo scenario, avviare un processo di promozione, valorizzazione e tutela del patrimonio storico, artistico, architettonico ed antropologico del tessuto cittadino è essenziale, oltre che urgente, al fine di restituire a chi abita il territorio una propria identità collettiva e poi per contribuire ad un processo di rivitalizzazione del tessuto socio-economico cittadino in chiave turistica e non solo. Queste sono le premesse che animano le attività dell’associazione CulturAttiva e che sono alla base dell’evento “Sant’Omobono, una lettura della chiesa nella storia urbanistica della Catanzaro medievale” in programma per sabato 22 febbraio alle 17.30 e promosso dalla stessa associazione in collaborazione con l’atelier Antichi Tessitori, che si svolgerà all’interno della chiesetta di Sant’Omobono, situata in Via De Grazia. Nel contesto di una ricostruzione del tessuto urbano medievale della città di Catanzaro, la chiesa di Sant’Omobono assume un’importanza fondamentale: edificata nel XII secolo, essa ha conservato quasi inalterate le sue fattezze ed inoltre,  la sua storia si riallaccia al tessuto socio-economico dell’epoca, dominato soprattutto dall’arte della seta, con un chiaro collegamento alla lavorazione e al commercio dei tessuti e all’arte sartoriale che diventa evidente a partire dalla scelta di dedicarla, nel XIV secolo, a Sant’Omobono, Santo cremonese protettore dei sarti, dei tessitori e dei mercanti di stoffe. A ricostruire la storia della chiesa, offrendo un interessante spaccato di una Catanzaro medievale ormai scomparsa, sarà l’archeologo Tommaso Scerbo, mentre la presenza di Monsignor Antonio Cantisani, arcivescovo emerito della diocesi Catanzaro – Squillace, che nel 1999 acquistò la chiesetta, restituendole la sua dignità di importante testimonianza di un antico passato, è il simbolo di quella lungimiranza, cultura e sensibilità che dovrebbe animare tutti i rappresentanti istituzionali, delegati dal popolo a fare il bene della comunità e non certo a smarrirsi in sterili contese quotidiane. All’incontro parteciperanno anche Angela Rubino, presidente dell’associazione CulturAttiva e Luigi Tassone, titolare dell’azienda Antichi Tessitori, il quale si soffermerà sulla necessità di “rieducare” la popolazione e la classe artigiana/produttiva ad una maggiore consapevolezza del proprio capitale storico-culturale e al fatto che tutto ciò può tradursi in un miglioramento complessivo del tessuto socio-economico.

 

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