“Ciao, amico mio”, era questa, immancabilmente la tua risposta ad una chiamata, un messaggio, un contatto. Amico sin dai tempi in cui zombettavamo in quel campo di Sala, tu figlio del custode, io studentello del liceo, con poche speranze, di entrambi, di calcare il futuro Centro Federale. E allora tu ti sei dedicato all’arbitraggio, io mi divertivo nelle radio locali. Poi hai cominciato a fare il “tecnico”, creatore di piccoli talenti e “personaggio unico” della panchina del Real Catanzaro. Non c’è stata domenica in cui non hai perso la pazienza in modo folcloristico con tutti: tuoi ex colleghi, tuoi atleti, qualche giornalista di passaggio, avversari. Ma alla fine la parola era sempre la stessa: “ciao, amico mio”. E alla fine, invece, te ne sei andato in silenzio, contro la tua naturale effervescenza, non contando però sul fatto che, questa volta, il rumore lo avresti provocato in tutti noi. Il mondo del calcio, regionale e non solo, oggi si stringe nel dolore e nel ricordo di questo meraviglioso uomo di sport che dei stato, Nuccio Tolomeo. Che la terra ti sia lieve, amico mio!

Fausto Varano

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