“Chi semina amore, raccoglie amore”: questa la frase di santa Teresa che è stata il filo conduttore della visita di qualche giorno fa di don Raffaele Grimaldi, ispettore generale dei cappellani del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria al carcere di Catanzaro. Dopo la celebrazione di una messa nella cappella dell’istituto l’ispettore, insieme al delegato ragionale don Maurizio Macrì, è stato accompagnato dalla direttrice dell’istituto Angela Paravati per una visita all’interno delle sezioni, alla presenza anche del direttore aggiunto Emilia Boccagna e del vicecomandante Luca Olivieri.  E’ seguita l’illustrazione dei laboratori, luoghi di attività trattamentali finalizzate all’acquisizione di nuove competenze. Tante le parole di conforto ai detenuti; e non sono mancate parole altrettanto sentite nei confronti degli operatori di polizia penitenziaria, incontrati nella sala conferenze. A questi ultimi don Grimaldi ha raccomandato di dare spazio a sentimenti di comprensione reciproca, indispensabili per lavorare insieme in modo unito in un contesto così difficile, nel quale i momenti di tensione possono essere frequenti e dolorosi.   Particolarmente sentita anche la visita ai detenuti con problematiche psichiatriche ristretti nel reparto di assistenza intensificata.      Il doppio dolore, dato dalla perdita della libertà e dalla malattia, richiede quasi un “miracolo laico” per essere consolato: alla preghiera deve fare infatti unirsi la pazienza delle persone sofferenti e la sensibilità di tutti quelli che in questo luogo sono chiamati ad essere “persone” nella quotidianità.

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