“A Giuseppe Mercuri, titolare di un esercizio pubblico presidio di resistenza, in un’area soggetta a importante spopolamento, conferiamo onoreficenza quale simbolo di resilienza”. Con queste motivazioni, il presidente e il direttore di Confesercenti Calabria, Vincenzo Farina e Pasquale Capellupo, hanno premiato un giovane barista di Dinami, piccolo centro in provincia di Vibo Valentia recentemente balzato agli onori della cronaca nazionale per essere “il comune più povero d’Italia”. Della realtà di Dinami aveva parlato anche Beppe Grillo nel suo show al Politeama di Catanzaro, dichiarandosi “sorpreso” per il fatto che proprio in quel paese nessuno avesse ancora richiesto il reddito di cittadinanza. Ergo, secondo il comico genovese, “lì o tutti lavorano in nero o sono ‘ndranghetisti”. Battuta a dir poco infelice. Giuseppe Mercuri era stato successivamente intervistato nel suo bar da Riccardo Giacoia, per Rai Uno, e aveva descritto la realtà di una comunità di vecchi e pensionati, fortemente compromessa dall’emigrazione, senza più nuovi nati (l’ultimo fiocco azzurro era proprio quello di suo figlio, un anno e mezzo fa), nella quale “persino la criminalità è andata via” in cerca di migliori fortune. “Quelle sue parole mi hanno profondamente colpito – ha spiegato il presidente di Confesercenti Calabria, Vincenzo Farina. – Ho pensato subito a una iniziativa simbolica con cui esprimere, pubblicamente, la vicinanza della nostra associazione nei confronti di un giovane che resiste e contribuisce, con il suo lavoro, a mantenere viva la presenza dello Stato in una realtà così difficile e complessa. Chi decide di restare, di tenere aperto un esercizio commerciale, in posti in cui chiude tutto, persino le scuole, è un eroe della resilienza. Se manifestiamo rispetto nei confronti di chi fa le valigie e parte, ancora di più dobbiamo farlo con chi resta e merita tutto il nostro ascolto e il nostro sostegno. E soprattutto, il mio invito che ho rivolto anche al sindaco di Dinami e all’intera comunità è quello di passare tutti insieme dall’analisi dei problemi, dalle mere rivendicazioni, alle soluzioni condivise, perché qui è ormai finito il tempo delle parole”.

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