Il 15 febbraio il Presidente del Consiglio Conte incontrerà, i Presidenti della Regione Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, insieme producono il 40% del Prodotto interno lordo del Paese, ed in attuazione del Cosiddetto Regionalismo differenziato negozieranno il trasferimento di 22 materia oggi di Competenza concorrente, che, passeranno ad una gestione unilaterale di Regioni che, oggettivamente gestiranno un Residuo fiscale enorme, che, non Confluirà più sulla Fiscalità generale, e che, inevitabilmente penalizzerà i livelli essenziali di assistenza e di Prestazioni, di Tante Regioni, che, Considerati i già eccessivi Costi derivanti per esempio nel Diritto alla salute, dalla Voce della mobilità passiva, che, favorisce il Sistema Sanitario di queste Regioni ricche ed opulente, Rischia di generare una frattura territoriale senza precedenti.
L’epoca della disinformazione imperante, e della Riflessione Veloce ed approssimativa, rischia di non focalizzare la dovuta attenzione, su un tema che, le classi dirigenti meridionali non hanno Saputo affrontare, o l’hanno cominciato ad affrontare in forte ritardo.
22 milioni di cittadini italiani che, vivono nel Mezzogiorno considerando il fenomeno drammatico dello spopolamento ormai inarrestabile, rischieranno di trovarsi, ancora più penalizzati, considerando, che, l’invecchiamento della popolazione da una parte, e l’orografia complicata delle Regioni Meridionali non permette un’ulteriore penalizzazione in termini di Fondi che, realizzino un minimo di perequazione.
Bisogna necessariamente aprire un dibattito, che, affianchi, gli ordini del Giorno approvati da alcuni Consigli Regionali del Sud d’Italia, senza dividersi in logiche di fazione o di schieramento, in gioco, c’è una partita sottile e pericolosa, che, rischia di minare dalle Fondamenta la Costituzione materiale, di un paese che, non può Dividersi Sul tema strategico della riduzione delle diseguaglianze territoriali, prima forma di ingiustizia che, a catena né generà tante altre.
Questa battaglia dei liberi e forti, ormai riguarda l’espressione di un meridionalismo, non secessionista, ma neanche piagnone e lassista, che interroga tutte le Coscienze più avvedute e responsabili.


Felice Caristo Componente Assemblea Provinciale partito Democratico

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