L’Italia dei piccoli comuni continua ad esser a rischio spopolamento ed oggi siamo giunti ad un punto di non ritorno. Tematiche e questioni che a Badolato conosciamo molto bene, grazie anche a quanto iniziato ad accadere nel nostro borgo diversi decenni fa. Oggi più che mai in tutta Italia e nel Sud ci si interroga su quali potrebbero essere i progetti di rivitalizzazione che funzionano e come far breccia nel cuore di istituzioni, organizzazioni e comunità locali, cittadini del mondo – urbani e rurali, viaggiatori e turisti – sul presente e il futuro dei piccoli paesi italiani. Dalle statistiche ufficiali nazionali sembrano essere oltre 1000 i paesi in Italia in cui lo spopolamento è un processo apparentemente inarrestabile. Si tratta di piccoli paesi concentrati soprattutto nella cosiddetta Italia interna, al Centro Sud ma non solo, piccoli paesi e villaggi in cui vivono poche centinaia di persone, spesso per lo più anziane. Le dinamiche sono quasi sempre le stesse – tra eventi e catastrofi naturali, grandi emigrazioni post guerre mondiali, crisi economiche con calo dell’occupazione/lavoro – e noi badolatesi le conosciamo molto bene. Infatti, potremmo portare ad esempio l’esperienza del nostro piccolo borgo che nei decenni passati ha rischiato di divenire un “paese fantasma” e che oggi, – nonostante una forma molteplice di resistenza al latente processo di abbandono e spopolamento (nata e maturata probabilmente da “Badolato paese in vendita” degli anni ‘80 e da “Badolato paese solidale, ospitale e accogliente” degli anni ’90) – sembra proiettato verso una sua lenta rivitalizzazione umana (forse anche economica-commerciale, per il momento solo stagionale) in chiave soprattutto turistico-culturale. Ci sta sicuramente tanto ancora da fare ma pare che Badolato borgo, anche se ancora ad intermittenza stagionale, stia assistendo ad una sua potenziale rinascita graduale e vede oggi dar forma e corpo alla composizione di una nuova comunità – storicamente ospitale e accogliente – interculturale e di respiro internazionale, composta da cittadini storici autoctoni e da “neo-badolatesi” migranti, turisti italiani ed esteri, cittadini e famiglie di ospiti stranieri. Si tratta di un processo di rivitalizzazione e crescita (che può e forse deve fungere da traino anche per la Marina) che viene da lontano, da sacrifici e visioni, da investimenti e progetti di cooperazione, e che ha bisogno di esser rilanciato, sostenuto, alimentato, in modo sano e costruttivo grazie ad uno sforzo sinergico, condiviso e pianificato di carattere pubblico/privato e di comunità, con un progetto pluriennale strutturato capace di restar fuori dal recinto dello smercio turistico. Un processo-progetto grazie al quale Badolato a potrebbe consolidarsi, anzitutto per la sua comunità, la prospettiva di “nuova residenza” – “nuovo luogo di vita” da vera “destinazione umana” locale e internazionale, con la sua autenticità e sacralità, con le sue specificità e tipicità, con i suoi ritmi e stili di vita mediterranea, con il suo patrimonio sociale-identitario-umano e paesaggistico-naturalistico-artistico (questioni abbondantemente discusse ed esaminate con relativi progetti, proprio in quel di Badolato nel novembre 2016, in occasione del pregiatissimo lavoro di workshop internazionale di Town Planning Design del Politecnico di Milano, ospite nel nostro borgo per tre giorni con un gruppo di studenti, dottorandi e docenti). Per fa ciò – come ben sottolinea il “paesologo” Arminio nei suoi scritti – bisogna impegnarsi a ricreare spazi comunitari di civiltà e bellezza senza dimenticare scempi naturalistici ed edilizi, spopolamento, vecchie e nuove emigrazioni. Bisogna – dal nostro modesto punto di vista – continuare a difendere beni e servizi pubblici essenziali, difendere il paesaggio e l’unicità storica-architettonica-urbanistica di Badolato borgo ed i suoi beni comuni. Bisogna lavorare ad un piano-progetto pluriennale condiviso elevando il livello di vivibilità del paese (borgo e marina), a partire dai suoi stessi cittadini, e la sua vocazione internazionale di “nuova residenza”. Il Comitato autonomo e spontaneo “Insieme si può Fare!” di Badolato, nato per dare un contributo in tal senso, – composto da cittadini/associazioni/operatori commerciali e turistici attivamente impegnati nel territorio – esprime qui alcune preoccupazioni sull’attuale situazione “umana” ed economica del borgo e di tutta Badolato che, anche e soprattutto, per macro-ragioni storico-politiche-economiche sta svuotandosi e spopolandosi, così come sta accadendo nel resto del Meridione…oggi più che mai a rischio “desertificazione economica e umana” (dati Svimez). Partendo dalle nostre piccole esperienze siamo convinti che bisogna far di tutto per mantenere nel borgo, migliorandoli e potenziandoli ulteriormente, i servizi pubblici essenziali e vitali per una comunità locale come ad esempio: i servizi legati all’attività ordinaria del Municipio, con relativi uffici e servizi da rendere anche operativi nella sede del centro storico; della Farmacia e della Guardia Medica; dell’Ufficio Postale con tutti i suoi servizi integrati; degli studi medici dei dottori di famiglia con un riposizionamento ottimale rispetto alle reali esigenze della popolazione. Si può e si dovrebbe fare tanto anche in prospettiva di miglioramento di altri servizi pubblici in genere come ad es. viabilità, decoro urbano e pulizia, vivibilità di piazze – viuzze – slarghi e punti belvedere, sicurezza pubblica ed ordine pubblico, salvaguardia e fruizione del patrimonio architettonico-artistico, interventi pianificati contro i rischi di dissesto idrogeologico, incentivazione regolamentata di aperture di nuove attività commerciali e/o di creazione di ricettività/ospitalità diffusa e armoniosa, agevolazioni per l’apertura di botteghe artigiane, case vuote assegnate ad alcuni nuclei familiari che arrivano da lontano o famiglie con figli, progetti innovativi per migranti che si integrano cooperando con la comunità locale, incentivazione strategica di micro-progetti culturali di qualità con residenze artistiche diffuse, miglioramento di collegamenti tra Badolato e la Marina ed i paesi della costa ionica. Pertanto, il Comitato autonomo e spontaneo “Insieme si può Fare!” con il presente documento promuove un petizione popolare che verrà inviata a tutti gli organi preposti, ciascuno per quanto di propria competenza, affinché si attivino concretamente e fattivamente per mantenere i servizi pubblici essenziali nel centro storico di Badolato borgo a partire da quelli essenziali quali il Municipio, la Farmacia, la Guardia Medica, l’Ufficio Postale e gli studi medici dei dottori di famiglia.

Indietro