“Azzerare tutto, per rasserenare e ripartire”. Questo l’invito-appello firmato dal presidente del Comitato “Trasversale delle Serre – 50 anni di sviluppo negato”, Francesco Pungitore, ai soci fondatori del sodalizio, nonché componenti del direttivo, e al presidente onorario, Ulderico Nisticò. “Risulta evidente a tutti – è scritto nella lettera – che il Comitato ha svolto un’azione molto efficace in questi anni. E’ pur vero che recenti polemiche hanno incrinato il clima di sintonia, unità e fiducia che ispirava le nostre iniziative. In particolare, uno dei soci fondatori, Fioravante Schiavello, legittimamente ritiene di non condividere il percorso intrapreso negli ultimi sei mesi, sul terreno dei rapporti istituzionali e con Anas, per accelerare il completamento della Trasversale. In pratica, l’obiettivo resta per tutti uguale, cioè quello della fine dei lavori, ma la strategia non convince uno dei sei componenti del direttivo (i cinque soci fondatori più il presidente onorario). Quindi, al netto delle divagazioni fantasiose che qualche soggetto esterno alla vicenda stessa ha lanciato maldestramente via social, il problema rimane solo e semplicemente questo. Nessuno si è mai sognato di mettere in discussione l’onestà intellettuale e la buona fede degli altri. Non lo ha fatto (spero) Schiavello verso gli altri soci fondatori, e non lo ha fatto sicuramente il resto del direttivo verso Schiavello. Siamo tutti convinti che il fine ultimo del nostro impegno sia uguale per tutti, ovvero la realizzazione della superstrada, dallo Jonio al Tirreno. Cambia, lo ripeto, la strategia operativa. Cinque persone la pensano in un modo. Uno no”. “In questo contesto – prosegue la lettera – voci esterne al nucleo fondativo dei soci del Comitato sono intervenute sul tema e hanno detto la loro a più riprese, alimentando un clima di scarsa chiarezza da cui adesso mi sembra opportuno sgombrare il campo, definitivamente. Tutti sono ovviamente liberi di dire la loro su tutto. E ci mancherebbe pure. Ma il peso di un’opinione resta comunque tale, fino a prova contraria. Peraltro in presenza di posizioni molto contrastanti tra loro. Tornando, pertanto, alla questione centrale, e cioè alla direzione che solo chi è titolato a darla può imprimere al Comitato, credo, personalmente, sia giunto già da tempo il momento di un rasserenamento generale. Se l’obiettivo, per tutti, è dare finalmente a questo territorio una infrastruttura viaria degna di questo nome, c’è ben poco da discutere oltre. Forse ha ragione il giornalista Salvatore Albanese quando scrive che, per il Comitato, si è chiuso un ciclo. Forse hanno ragione Alessandro Catalano e Giovanni Mirarchi che, sia pure con argomentazioni molto diverse, fanno capire che è giunto il momento di un ripensamento generale della mobilitazione per la Trasversale. A mio avviso, il Comitato era solo un modello di lotta, uno dei tanti. Un modello che può benissimo essere azzerato e superato se non risulta più idoneo allo scopo. Se necessario, allora, certo, sciogliamolo. Azzeriamo tutto per ripartire. Ognuno con le proprie idee. Ognuno con le proprie strategie. Nel rispetto ognuno degli altri. Ma con l’obiettivo, alla fine, unico e solo, di portare a compimento la Trasversale delle Serre. Per quanto mi riguarda, concluderò in ogni caso la mia esperienza il prossimo 28 ottobre, alla scadenza del mio mandato. Sono stati anni importanti che ricorderò sempre con grande gioia, soprattutto per le nuove amicizie e i saldi rapporti umani. Dopo quella data magari ci ritroveremo a bere una birra pure con Ferruccio Schiavello, al quale ho semplicemente contestato giudizi gratuiti e ingenerosi nei miei confronti che non sto più qui né a ripetere né ad elencare. Nulla di personale né di insanabile, per mio conto. Per me, lo ribadisco, finisce qui, nella certezza di avere incontrato in questo cammino solo persone perbene, che ci tengono a migliorare il nostro territorio e la Calabria intera”.

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