Ha citato Piero Calamandrei, un padre costituente, per condannare “l’indifferentismo alla politica”. Ha evocato, per i giovani, la necessità dell’impegno, della partecipazione, per essere protagonisti dei processi di cambiamento e non soggetti passivi delle decisioni altrui. Bernard Dika, Alfiere della Repubblica Italiana nominato dal Presidente Sergio Mattarella per i meriti nello studio nonché per i comportamenti ispirati all’altruismo e alla solidarietà, ha parlato in piazza Maria Ausiliatrice, a Soverato, riscuotendo applausi e consensi. Una iniziativa inserita nel contesto dei festeggiamenti parrocchiali in onore di Maria Santissima di Porto Salvo. Ed è stato proprio il parroco di Soverato, don Pasquale Rondinelli, ad aprire e introdurre la manifestazione con un appello al valore dell’impegno per il bene comune. Ad animare il dialogo, le domande del giornalista Francesco Pungitore. Tra i temi affrontati, la necessità di adeguare i programmi scolastici ai mutamenti in corso, sia a livello economico che geopolitico mondiale. “A scuola studiamo il Paleolitico ma poi accendiamo la tv e ci accorgiamo di non sapere nulla dei fatti del Medio Oriente o di quello che succede in Siria” ha affermato Dika, riproponendo una sua storica battaglia per cambiare i programmi di Storia delle superiori. “L’insegnamento della Storia non può fermarsi alla Seconda guerra mondiale senza toccare la contemporaneità – ha rimarcato. – Spesso accusano i giovani di essere staccati dalla quotidianità, ma forse non ci si rende conto che quel che manca sono proprio gli strumenti di base, le chiavi per comprenderla”. “Fare la differenza” è stato il richiamo di Bernard Dika ai Calabresi. “Una terra – ha commentato – che ha potenzialità straordinarie”. Non sono mancati gli interventi del pubblico che hanno ulteriormente arricchito di contenuti un importante momento di riflessione.

Indietro