Costruire una rete permanente di prevenzione alla cultura mafiosa, creando operativamente sinergie istituzionali tra apparati dello Stato e lavorando in modo sistemico sulla formazione alla legalità dei giovani, è stato il focus della giornata di studio che si è svolta nei giorni scorsi presso il Gruppo della Guardia di Finanza di Gioia Tauro, alla quale hanno partecipato 52 studenti universitari che stanno frequentando il Laboratorio di Pedagogia dell’Antimafia dell’Università della Calabria. Gli studenti, accompagnati da Giancarlo Costabile, docente di Storia dell’educazione alla democrazia e alla legalità presso l’UniCal e responsabile didattico del progetto, hanno visitato la Caserma Umberto Sorrentino, incontrando il Comandante Ten. Col. Giampiero Carrieri e i militari in servizio presso il locale Reparto della GdF. Nella discussione, che ha registrato anche i contributi dei giornalisti Michele Inserra e Sandro Ruotolo, si è più volte posto l’accento sulla necessità di sensibilizzare la coscienza civile dei giovani e del territorio, in modo da stimolare il più possibile la denuncia verso il sistema di potere mafioso e le sue infiltrazioni nella pubblica amministrazione. Inserra e Ruotolo hanno evidenziato, poi, le caratteristiche del fenomeno mafioso di matrice ‘ndranghetista (la sua struttura familistica, nello specifico), comparandole con quelle delle altre mafie italiane e straniere. Il Comandante Carrieri ha, inoltre, spiegato agli alunni del Laboratorio di Pedagogia dell’Antimafia il business della droga e le strategie di contrasto della GdF al narcotraffico mondiale, senza dimenticare l’azione repressiva nei confronti dell’economia illegale. Particolare attenzione è stata, infine, posta sull’analisi della condizione del Porto di Gioia Tauro — che i ragazzi hanno visitato nel pomeriggio accompagnati dai finanzieri — oggetto delle rotte internazionali del traffico di stupefacenti e di significativi successi dello Stato con ingenti sequestri di droga, come recentemente accaduto con i 2mila chili di cocaina recuperati proprio al Porto di Gioia nel 2017.
Dopo il seminario svolto in Caserma, gli universitari, accompagnati dal Comandante Carrieri, si sono spostati presso il Tribunale di Palmi dove hanno avuto modo di incontrare e dibattere il tema dell’educazione alla giustizia e alla cittadinanza attiva con il Presidente Concettina Epifanio, il Procuratore Aggiunto della Città Giuseppe Salvatore Casciaro, Don Giovanni Tillieci, Parroco di San Gaetano Catanoso di Gioia Tauro, e i giornalisti Michele Inserra e Sandro Ruotolo. A conclusione della manifestazione, il Comandante Ten. Col. Giampiero Carrieri è stato premiato dal Laboratorio di Pedagogia dell’Antimafia dell’UniCal per la sua attività di contrasto alle mafie e all’illegalità, a difesa dei valori della Repubblica. La giornata si è conclusa con la visita alla Chiesa di San Gaetano Catanoso, che sorge, come la Caserma Sorrentino, sui beni confiscati alle locali famiglie di ‘ndrangheta.

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