Nel ricordo di Carlo Mellea. Domani (28 marzo) alle ore 18 a Soverato, presso la libreria “Incontro Mondadori”, si terrà la presentazione del libro di Gioacchino Criaco “La maligredi”. L’iniziativa sarà l’occasione per commemorare il compianto presidente dell’Osservatorio “Falcone Borsellino Scopelliti” organizzatore dell’evento recentemente scomparso. Con “Anime Nere” Criaco ha spiegato cos’è diventata la Calabria. Con “La maligredi” racconta questo è successo. E’ suo il desiderio di svelare il vero volto della nostra terra. Attraverso Africo, metafora che contraddice lo stereotipo di una Calabria “irredimibile” di fronte alla ‘ndrangheta, mettendo in risalto un popolo che invece ha lottato contro i criminali e i vessatori e che non è stata difesa a sufficienza da uno Stato “patrigno”. Esiste una generazione di calabresi cresciuta fra cunti, miracoli di santi e dèi. A quei tempi il furto era vergogna, il sopruso arroganza, e nelle rughe di Africo insegnavano a non frequentare i peggiori. La mafia, che c’era stata, che c’era, vedeva restringersi rancorosa il proprio spazio. A quei tempi cresce Nicola, e con lui gli amici Filippo e Antonio, compagni di avventure. Ragazzini che vanno a scuola – o meglio, che la marinano – e, all’insaputa delle famiglie, si avvicinano alla piccola criminalità. Ma l’arrivo di Papula, un ragazzo che lavora in Germania e torna in paese parlando di rivoluzione, solleva un vento nuovo per tutto l’Aspromonte e fa sognare gli uomini, le donne e i ragazzini. E allora prende a pulsare la protesta operaia e si diffonde il cooperativismo contadino. È il Sessantotto aspromontano. Fa nascere la speranza di fondare un mondo nuovo. Lo Stato, invece, si mette dalla parte del potere locale. È così che nell’Aspromonte arriva la maligredi, la brama del lupo che, quando entra in un recinto, invece di mangiare la pecora che gli basterebbe per sfamarsi, le scanna tutte.

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