«La vicenda giudiziaria relativa ai presunti illeciti commessi nella gestione della Fondazione “Calabresi nel Mondo”, fa riemergere non solo il macabro sospetto delle responsabilità della politica, ma anche il drammatico tema della connivenza della burocrazia, a volte non solo asservita ma, addirittura, funzionale alla messa in atto di condotte illecite ai danni della Regione e dei calabresi». A scriverlo è il presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta in Calabria, on. Arturo Bova, in una nota diffusa alla stampa dopo le vicende giudiziarie relative alla fondazione regionale “Calabresi nel Mondo”. «Ferma restando la doverosa presunzione d’innocenza circa le persone coinvolte – prosegue Bova -, rimane la gravità dei fatti contestati. Oggi assume ancor di più un sapore particolare la scelta di questo governo regionale guidato da Mario Oliverio e di cui faccio parte, di mettere in liquidazione l’ente. Una scelta convinta e adottata sin dai primi giorni del nostro insediamento». «Già alla luce di quanto emerso sui giornali negli ultimi anni e ancor di più oggi, alla luce dell’indagine della magistratura – continua -, ritengo doveroso che la Commissione regionale contro la ‘ndrangheta che presiedo, avvii una attività di indagine che sappia essere non solo di supporto alla preziosa opera delle forze dell’ordine e della magistratura, ma che autonomamente abbia la forza di fare pulizia di ogni eventuale incrostazione rimasta della torbida esperienza dell’ente “Calabresi nel mondo”». «Il prossimo 20 marzo – annuncia il Presidente – la Commissione contro la ‘ndrangheta in Calabria si occuperà delle responsabilità nella vicenda relativa ai lavori per la Variante A della SS106. Una seduta che era stata già convocata nel mese di febbraio, ma che fummo costretti a rinviare per indisponibilità a parteciparvi da parte dei vertici Anas. Dopo questo incontro, convocherò una seduta ad hoc sulla fondazione “Calabresi nel Mondo”». «Il Consiglio regionale – conclude – deve approfondire e conoscere i dettagli sugli aspetti amministrativi della vicenda al fine di contribuire all’azione di bonifica già messa in piedi dal governo regionale e dall’indagine della Procura della Repubblica di Catanzaro. L’azione della Commissione proseguirà, poi, per approfondire anche i temi scottanti delle assunzioni Sacal, degli eterni cantieri pubblici, degli appalti pubblici a chiamata diretta, e cosi via. Nessuno di noi dovrà minimamente indugiare nella preziosa opera di bonifica morale dell’apparato politico-amministrativo che i calabresi chiedono e meritano. È il principale compito che sento di dover portare avanti in qualità di rappresentante politico e istituzionale dei tanti calabresi perbene».

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