Il consiglio regionale della Calabria ha approvato all’unanimità la legge che istituisce la figura del Garante regionale dei detenuti. La legge è frutto dell’unione di due proposte analoghe presentate dal presidente dell’assemblea Nicola Irto e dal consigliere Franco Sergio. “La Calabria – ha detto lo stesso Sergio – è una delle poche regioni ancora priva di questa figura, con questa legge colmiamo il gap legislativo”. In Calabria sono presenti 12 strutture penitenziarie attive e tra queste cinque, secondo i dati del ministero della Giustizia, presentano una popolazione in eccesso rispetto ai posti disponibili, per un tasso di sovraffollamento compreso tra il 105 e il 140%. Il Garante sarà una figura di riferimento diretto per tutte le persone private della libertà personale e godrà di autonomia rispetto alle amministrazioni penitenziarie e giudiziarie, con la facoltà di intervenire per migliorare le condizioni detentive. “Anche se approvata in ritardo – ha commentato Wanda Ferro (Misto) -, questa legge è fondamentale per tutti coloro che si trovano all’interno delle case circondariali. Il testo andrebbe integrato con la parte relativa ai minori presi in carico dalle strutture della regione”. Secondo Gianluca Gallo (Cdl), “la Regione dovrebbe occuparsi anche dello stato delle case circondariali calabresi, alcune delle quali stracolme rispetto alla loro effettiva capienza, e della tutela degli agenti della polizia penitenziaria”. Alessandro Nicolò (Fi) auspica che il Garante sia una “personalità di alto profilo in grado di garantire non solo i detenuti, ma l’intero sistema carcerario”. “Oggi diamo una bella immagine all’opinione pubblica”, ha commentato Domenico Bevacqua (Pd). “Istituire il Garante dei detenuti – ha aggiunto il capogruppo del Pd Sebi Romeo – significa colmare un ritardo e abbracciare il principio costituzionale secondo il quale la pena deve essere rieducativa e volta al reinserimento”.

Indietro