Come volevasi dimostrare. Una formula che ci lascia immaginare quello che potrebbe accadere nella prossima seduta di consiglio comunale, a Chiaravalle Centrale. Da una parte, due assessori di maggioranza che, seguendo le indicazioni del consigliere regionale Baldo Esposito e del senatore Piero Aiello, dichiareranno la loro appartenenza a Forza Italia. Dall’altra, un consigliere di minoranza che, forte dell’investitura ricevuta dal consigliere regionale Mimmo Tallini, si autoproclamerà capogruppo berlusconiano in aula. Un partito, due anime divise e contrapposte. Praticamente, una miscela esplosiva che nessuno, ma proprio nessuno, tenterà di disinnescare. Troppo pericoloso metterci mano, almeno fino alla data del 4 marzo. I candidati azzurri al Parlamento, in particolare, punteranno soprattutto a mettere in cassa ogni voto utile. Poco importa se di maggioranza o di minoranza. Poi, si vedrà… Il “caso” Chiaravalle, pertanto, resterà irrisolto ancora per molto tempo. E sicuramente arricchirà le nostre cronache quotidiane con le continue repliche e controrepliche cui ci sta già abituando in questi ultimi giorni. Del resto, anche sul fronte del Pd emergono i primi “equivoci” da campagna elettorale. Il brindisi del sindaco, Mimmo Donato, alla festa di inizio anno dei renziani di Soverato non è affatto passato inosservato. Così come le sue parole di fuoco all’indirizzo del circolo del Partito Democratico di Chiaravalle Centrale. In estrema sintesi, Donato ha ricordato i suoi trascorsi con la “Margherita” e la sua rotta di avvicinamento ai democrats. Una corsa brutalmente interrotta, secondo il suo racconto, proprio da chi oggi regge localmente le redini del partito erede del Pci e del Pds. Una storia di tessere misteriosamente “smarrite” fa da sfondo a questa ennesima polemica che palesa l’estrema confusione del quadro politico nella cittadina delle Preserre, a pochissime settimane dal voto di marzo.

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