Il pranzo di Natale è l’occasione per ritrovarsi tutti, ragazzi, familiari ed operatori del Centro di Salute Mentale che ha sede a Montepaone Lido. E’ una ricorrenza alla quale nessuno, da quindici anni, intende rinunciare, e non solo perché, nella lunga tavolata al ristorante, siedono i vertici dell’Azienda Sanitaria. La condivisione del pasto, infatti, anche con i ragazzi del CSM di Castrovillari, è un modo per sentirsi parte integrante di una comunità che si spende per il recupero socio-riabilitativo di giovani fino a quarant’anni di età con disagio mentale. E non è un caso che al momento conviviale pre-natalizio prendano posto anche i familiari, che svolgono assieme ai propri figli le innumerevoli attività creative – quali i laboratori per la realizzazione dei presepi e di oggetti in vetro, i laboratori di taglio e cucito per la creazione di manufatti in panno lenci e di bomboniere solidali, di cucina e agricoltura sociale, di produzione di vino locale, di danzaterapia e movimento, oltre che di equitazione.
Al pranzo di lunedì scorso, allietato dalla musica dal vivo Rosa Conca, la responsabile del centro diurno di riabilitazione, ha voluto che assieme al direttore generale dell’Asp di Catanzaro, Giuseppe Perri, al direttore sanitario Amalia De Luca, all’esperto di organizzazione sanitaria Marco Magheri, al direttore del Dipartimento di Salute Mentale Gregorio Corasaniti, al direttore del CSM Luigi Apicella, al referente della sanità penitenziaria Antonio Montuoro, e ad altri rappresentanti di enti vicini all’operato del CSM (era presente anche il direttore del Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro, Stefano Morena), intervenisse anche un genitore. Ed una mamma ha colto al volo l’occasione per sottolineare quanto il percorso di riabilitazione all’interno del centro diurno abbia aiutato il proprio figlio ad uscire dal buio: “Posso dire di sentirmi fortunata come madre a partecipare alle terapie di gruppo ed alle attività che mio figlio svolge al centro – ha infatti dichiarato – Solo chi vive lo stesso dramma può comprendere quanto sia importante non sentirsi soli nell’affrontare una malattia come quella mentale che colpisce la famiglia intera. La ricaduta, infatti, è sempre dietro l’angolo”.
Sono poi i volontari delle associazioni, aderenti al Coordinamento delle Associazioni di Salute Mentale (CASM), quali Ama Calabria, Afadi ed il Centro di Studio e Promozione Familiare “Don Pellicanò”, a rappresentare il valore aggiunto dell’operatività del centro. Senza di loro, ha voluto precisare Rosa Conca, il ricco “paniere” di attività laboratoriali che dà agli utenti la possibilità di tirare fuori abilità che resterebbero altrimenti inespresse, sarebbe di certo più ristretto e meno significativo.

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