Un po’ di nostalgia della Prima Repubblica sarà pure venuta tra chi ha ascoltato l’appassionata presentazione del libro di Francesco Squillace “Democrazia Cristiana, da Murri a Martinazzoli. Nell’idealismo del Ppi di Sturzo, nel pragmatismo di De Gasperi e nella terza fase di Moro” (De Luca Editori d’Arte). Affollatissima l’aula dell’Università Magra Graecia di Catanzaro che ha ospitato l’evento. E tanti gli spunti di riflessione, emersi nel corso degli interventi: il prof. Alberto Scerbo, monsignor Raffaele Facciolo, l’onorevole Rosario Chiriano, l’ex sindaco Marcello Furriolo. Intelligentemente moderati dalla dottoressa Caterina Menichini, i relatori, da diversi punti di vista, hanno toccato il nucleo centrale dell’opera: a prescindere dai giudizi di merito, la presenza della Dc nel panorama politico italiano ha indubbiamente segnato la storia recente del nostro Paese e, molto probabilmente, di quella eredità di idee e valori oggi si avverte una straordinaria mancanza. Un’assenza “fisica”, nel senso che oggi manca quello spazio di confronto e di sintesi che portò l’Italia fuori dalle secche del dopoguerra, ma anche “umana”, perché l’acutezza di quegli uomini, che si fecero interpreti di complesse vicende parlamentari e di governo, non sembra eguagliabile dagli epigoni che adesso reggono il timone della nave. Lo ha detto chiaramente lo stesso autore, avvocato di lungo corso e figura di riferimento della Democrazia Cristiana calabrese per molti lustri, oltre che saggio interprete della storia nazionale, nelle sue vicende passate e presenti. Particolarmente significativo il dibattito finale che ha visto Francesco Squillace confrontarsi con gli studenti del Liceo Scientifico di Chiaravalle Centrale, arrivati a Catanzaro insieme alla dirigente scolastica, Elisabetta Zaccone, e alle docenti Lorena Gullà e Giuseppina Lo Prete. Altrettanto ricco il parterre delle autorità, con rappresentanze di tutti i partiti politici.