E’ paradossale che con l’avvio di una stagione turistica che prevede un nuovo boom di presenze in Calabria, il sistema aeroportuale finisca per rappresentare un collo di bottiglia a causa della grave crisi di liquidità della Sacal. La società ha informato i lavoratori di un ritardo nel pagamento degli stipendi di maggio e giugno. Una situazione di enorme gravità, perché riguarda le famiglie di 280 lavoratori e di altri 80 stagionali. Il covid non può giustificare una crisi così preoccupante di una società a partecipazione pubblica, che paga evidentemente una gestione poco attenta ed efficiente”. E’ quanto afferma il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, che prosegue: “E’ lecito chiedersi se a pagare la crisi della Sacal siano solo i lavoratori con i loro stipendi, o anche il management, che ha trascinato la società aeroportuale in questa situazione. Voglio sperare che la necessità di fare economia abbia riguardato anche benefit e ogni genere di spesa non necessaria. Soprattutto auspico che, nel prossimo Cda, la parte pubblica proceda alla ricapitalizzazione, per scongiurare il rischio, o il disegno, che gli aeroporti calabresi finiscano in mani private”.

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