Domani, 7 maggio, è la festa del patrono di Squillace e della diocesi, Sant’Agazio. Purtroppo le celebrazioni in onore del santo patrono anche quest’anno saranno in tono minore, per via dell’emergenza sanitaria, senza la possibilità per le autorità ecclesiastiche di mettere a punto il programma civile. Nel giorno della solenne festività ci sarà la presenza del sindaco, che a nome della comunità locale offrirà il cero votivo e proclamerà la preghiera per ottenere la protezione del Santo. Il rito dovrebbe essere presieduto dall’arcivescovo metropolita mons. Vincenzo Bertolone. Alle ore 8.30, santa messa; alle ore 11, la solenne concelebrazione; alle ore 18, santo Rosario; ore 18.30, santa messa. Squillace vive con forte emozione questa Festa, tra le più solenni dell’anno e richiamo sentimentale e devozionale di tutti i compaesani, residenti ed emigrati, per ritrovarsi affettuosamente nei legami più profondi e simbolici della sua antichissima storia religiosa e civile, ora frastornata per l’incalzare della subdola pandemia, ma confortata dalla rafforzata solidarietà comunitaria e dalla partecipazione orante, secondo le secolari tradizioni, del proprio arcivescovo mons. Vincenzo Bertolone, e di quanti, a lui uniti, pregano il Santo Martire perché presto cessi la preoccupante difficoltà sanitaria. Sant’Agazio, che nel rito latino è commemorato l’8 maggio, morì intorno al 304. Era un centurione cappadoce dell’esercito romano di stanza in Tracia, fu accusato dal tribuno Firmo e dal proconsole Bibiano di essere cristiano e, dopo aspre torture e tormenti, fu decapitato a Bisanzio sotto Diocleziano e Massimiano. L’imperatore Costantino il Grande costruì una chiesa-santuario in suo onore alla Karia di Costantinopoli, dove divenne anche patrono. Da almeno tredici secoli (iconoclastia e introduzione del rito bizantino nella diocesi di Squillace a seguito della soggezione della stessa al Patriarcato di Costantinopoli) è patrono della città e della diocesi di Squillace (ora dell’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace). Il corpo del Santo martire è custodito e venerato in una monumentale cappella della concattedrale di Squillace, mentre un braccio venne portato dal vescovo di Squillace, Marcello Sirleto, nel 1584, a Guardavalle, suo paese natale, dove è stato anche eletto come patrono. Sue reliquie risultano anche a Cuenca ed Avila in Spagna, provenienti da Squillace. E’ venerato tra i Santi ausiliatori in diverse parti dell’Europa centro-settentrionale. A Squillace si celebrano tuttora due feste solenni: una il 16 gennaio, detta della Traslazione o delle Ossa, che rievoca l’arrivo miracoloso al lido di Squillace delle sante reliquie; e l’altra il 7 maggio, giorno del martirio del Santo a Bisanzio tramandato dai menologi bizantini e mantenuto ininterrottamente a Squillace.

Carmela Commodaro

Indietro