“Chiediamo di poter lavorare, come sancito dall’articolo uno della Costituzione italiana, di poter guadagnare il nostro pane. Chiediamo l’abolizione dei colori delle zone, del coprifuoco e maggiore liberta’ e soprattutto un adeguamento della sanita’ calabrese, perche’ come popolo siamo stati condannati a queste chiusure solo perche’ non siamo attrezzati dal punto di vista sanitario”. Cosi’ alla Dire l’imprenditrice reggina della ristorazione Ivana Labate tra gli organizzatori della manifestazione di protesta dei titolari di ristoranti ed esercizi commerciali del food, oggi in piazza Italia a Reggio Calabria.
“Ci chiediamo a questo punto – ha aggiunto – cosa hanno fatto in questi mesi. I nostri sacrifici per il bene comune a cosa sono serviti? Continuiamo a soffrire da 13 mesi. Quel poco che ci e’ arrivato dai Ristori – ha concluso – ci e’ servito solo in parte a coprire le spese di mantenimento dei locali chiusi”.
All’appello hanno risposto un centinaio di imprenditori del settore food di tutta la provincia di Reggio Calabria, in gran parte giunti dalla costa tirrenica, da Scilla e Bagnara, localita’ che basano molto la propria economia sul settore turistico e della ristorazione. In piazza alla manifestazione era presente anche un gruppo di titolari di partita iva e liberi professionisti.

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