Il capogruppo di Girifalco Nuova Era, Carolina Scicchitano. ed il consigliere comunale Elisabetta Ferraina, lamentano che «molte imprese girifalcesi non potranno partecipare e richiedere il tanto atteso “Bonus per contributi straordinari” stanziato dal comune di Girifalco, e fortemente richiesto dalla minoranza, per ristorare in parte le microimprese danneggiate dal “lockdown”. Si è constatato che “l’art. 3 comma f” dell’avviso pubblicato dal Comune di Girifalco in data 11/12/2020 e con scadenza 28/12/2020, prevede il rilascio del Durc. Ebbene considerato che le  norme emergenziali da Covid-19 hanno disposto la sospensione degli adempimenti  e/o dei versamenti dei contributi previdenziali, e soprattutto che l’Inps è tenuto a rilasciare i Durc entro trenta giorni, quanto richiesto comporta notevoli discriminazioni per le aziende». Si sottolinea come «il Durc è obbligatorio per poter accedere ad agevolazioni, incentivi e sovvenzioni, ma in un periodo di emergenza sanitaria ed economica, moltissimi comuni hanno attivato un’iniziativa similare senza richiedere il Durc. Ne deriva che per queste tipologie di aiuti, potrebbe non risultare un requisito essenziale. Persino i contributi a fondo perduto alle attività economiche previsti dal decreto “Ristori bis”, tramite le Agenzie delle Entrate e lo stesso Dpcm pubblicato in data 04/12/2020, che prevede l’assegnazione di contributi ai comuni delle aree interne per il sostegno alle attività economiche, artigianali e commerciali, non prevedono la richiesta del Durc per l’erogazione del contributo ai destinatari finali». Altro aspetto contestato è che «nelle riunioni dei capigruppo, convocate per discutere sui criteri e sulle modalità operative e attuative, era emersa la volontà della minoranza di non inserire criteri discriminanti. Ma l’avviso pubblico è stato definito proprio nella seduta in cui, per cause già precedentemente comunicate e pubblicate, la minoranza è stata assente». Ultimi punti analizzati sono «i criteri di calcolo del fatturato: il periodo temporale assunto come riferimento per il calcolo dello stesso è, a dir poco, infelice. Infatti, al fine di aiutare ulteriormente le nostre aziende, bene avrebbe fatto l’amministrazione e l’assessore al ramo, a prendere come unico riferimento il periodo di totale chiusura Covid, per come previsto dai vari Dpcm. Viceversa, l’aver inserito anche il periodo estivo, può creare ulteriore discriminazione e svantaggio per i nostri operatori».

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